BANGLADESH – ( 9 Maggio )

BANGLADESH: D’ROZARIO (CARITAS), “PREOCCUPATI PER CRESCENTE RISCHIO ISLAMISMO”

Le comunità cristiane e di altre religioni che vivono in Bangladesh sono “molto preoccupate” per “il rischio crescente di islamismo” con la richiesta di una legge contro la blasfemia, “nonostante gli sforzi del governo e della società civile di mantenere la più ampia tolleranza religiosa e pace”: lo dice oggi al Sir Benedict Alo D’Rozario, direttore esecutivo di Caritas Bangladesh, a proposito degli scontri violenti di domenica scorsa, con oltre 40 vittime secondo fonti ufficiali, tra forze governative e manifestanti del movimento Hefajat-e-Islam, che chiedono, in 18 punti, una maggiore islamizzazione del Paese e l’introduzione di una legge contro la blasfemia con la pena di morte come in Pakistan. L’opinione pubblica e il governo hanno fermato rifiutato queste richieste, dicendo che sono sufficienti le leggi già in vigore. “Il Bangladesh – ricorda il direttore della Caritas nazionale -, è uno Stato laico dal 1971 e ha l’islam come religione di Stato dal 1988. Utilizza dal 1860 un codice penale laico, dal tempo dell’occupazione britannica”. (segue)

16:07BANGLADESH: D’ROZARIO (CARITAS), “PREOCCUPATI PER CRESCENTE RISCHIO ISLAMISMO” (2)

“Il codice penale – precisa D’Rozario – scoraggia la blasfemia in una sezione che vieta di ‘ferire i sentimenti religiosi’. Altre leggi permettono al governo di confiscare o bandire le pubblicazioni di materiale blasfemo”. I gruppi islamici in Bangladesh, sottolinea, “sono più organizzati e spesso sono strumentalizzati dai principali partiti politici per calcolo elettorale”. Proprio oggi è giunta notizia della condanna a morte del leader islamico Muhammad Kamaruzzaman, vicepresidente del partito islamico d’opposizione Jamaat-e-Islam, accusato di torture, stupri e omicidi di massa compiuti durante la guerra di liberazione nel 1971. Questa condanna potrebbe riaccendere gli animi dopo gli scontri di domenica notte – secondo fonti non ufficiali le vittime potrebbero essere molte di più, diverse centinaia – e lo sciopero generale in corso in questi giorni, indetto dall’opposizione.
 
condividi su