Tunisia paralizzata ieri per i funerali del leader dellopposizione Belaid ucciso mercoledì scorso
Migliaia di bandiere al vento, sotto la pioggia hanno accompagnato ieri nel tragitto verso il cimitero di Djellaz il feretro di Chokri Belaid, leader del Partito dei Patrioti democratici, ammazzato due giorni fa a Tunisi. L’Ugtt, la storica centrale sindacale tunisina aveva indetto uno sciopero generale che ha raccolto moltissime adesioni. Negozi chiusi: lattività produttiva del Paese si è fermata ieri. La violenza è però esplosa dopo i funerali. A Tunisi ci sono stati 230 arresti e il leader del partito democratico progressista, Kebbi, è stato attaccato da un gruppo di salafiti. La violenza è esplosa poi anche a Gafsa, nella Tunisia centrale dove alcuni dimostranti hanno aggredito un poliziotto, trascinandolo a forza fuori dalla sua auto e picchiandolo selvaggiamente. Gli assalitori hanno anche appiccato il fuoco a un commissariato. Anche a Jenoduba, dove centinaia di persone hanno manifestato per ricordare il leader dei Patrioti democratici, alcuni infiltrati hanno attaccato e saccheggiato dei negozi. Da una moschea, però, Gannouchi, uno dei leader di Ennahda, accusa una mano straniera per lomicidio di Belaid. Il governo intanto, nonostante le richieste della piazza, ribadisce che non si dimetterà.
La Tunisia si ritrova ora a fare i conti con una situazione politica difficile con le tensioni tra islamisti e laici e sullo sfondo una generale frustrazione per le difficoltà dovute alla crisi economica. Un punto questultimo evidenziato anche da mons. Lahham, amministratore dell’arcidiocesi di Tunisi. Il Paese manca di stabilità ha detto al Sir il futuro è incerto perché non cè lavoro. Sulla situazione del Paese, Fabio Colagrande, ha intervistato Osama Al-Saghir, parlamentare di Ennahda, eletto nella Circoscrizione Italia dei tunisini all’estero: ![]()