AFGHANISTAN – (31 Maggio 2017)

AFGHANISTAN

Le ‘responsabilità’ occidentali nei morti di Kabul

 

L’Afghanistan non è stato preparato dall’occidente né dal punto di vista militare né politico. I soldati stranieri ancora presenti sono un limite alla pace. Dal 2015 aumentano le vittime civili. La Chiesa nel Paese “creativa” e “silenziosa” è la presenza dell’amore di Dio. Il telegramma di papa Francesco per le vittime dell’attentato di oggi.

 

Kabul (AsiaNews) – “La responsabilità dell’occidente è di non aver creato una situazione sia militare che politica tale da poter contrastare i talebani”, questo il commento di una fonte di AsiaNews sull’attacco di questa mattina a Kabul, di cui si contano ora almeno 80 vittime e 350 feriti, fra i quali molti civili, inclusi donne e bambini. Questa mattina il papa ha inviato un telegramma di cordoglio alle vittime di questo “brutale atto di violenza”, affidando le anime delle vittime a Dio e assicurando al popolo afghano la propria preghiera per la pace. Nel messagglio il pontefice esprime “tristezza per l’orribile attentato a Kabul, per i molti morti e feriti”.

La permanenza di 13.400 militari stranieri “non solo non ha diminuito la forza e l’arroganza dei talebani, ma mi sembra che l’abbia aumentata”. Ben diversa la storia della Chiesa che è “presenza del silenzio creativo dell’amore di Dio”.

Questo attentato mette in evidenza la preparazione inadeguata dell’esercito: “Sono aumentate le vittime fra i civili, anche rispetto al 2015. Questo significa una mancanza di adeguata preparazione data all’esercito e alla polizia da parte nostra”. La fonte denuncia le decine di persone uccise questo mese, compresa una cooperante tedesca, e il rapimento di una sua collega finlandese. “Si è anche discusso sulla cattiva qualità del materiale bellico fornito all’esercito afghano. E chi l’ha fornito? Lo hanno fornito gli occidentali”.

Non solo l’esercito, ma anche “il sistema politico e burocratico che l’occidente avrebbe dovuto preparare con maggiore serietà”. In particolare, “tutto quello che è base di una democrazia: scuole, formazione, ospedali, strade, lavoro. Quanti di questi punti sono stati realizzati o arricchiti è difficile dirlo, ma certo pochi”.

“Uno spiraglio di pace si potrà avere solo quando le forze militari straniere lasceranno il Paese. È un mio parere, per quanto confermato dai fatti della storia, ma fino ad allora i talebani non siederanno al tavolo della pace”.

Il 6 giugno è previsto a Kabul un incontro di 21 Paesi per discutere di pace su invito del governo afghano. Fra di essi, i Paesi dell’Asia centrale, Arabia Saudita, Stati Uniti, Iran, Pakistan, India, Cina e Norvegia. “Bisogna vedere con quale spirito parteciperanno, che tipo di aiuto questi Paesi vogliono dare al progresso dell’Afghanistan, che non può essere solo economico. Occorre un progresso culturale, sanitario e sociale”.

Intanto, la maggior parte della popolazione apprezza la presenza di occidentali non legati all’esercito, come le Ong: “La tradizione afghana ha avuto sempre rispetto per lo straniero che non fa proselitismo, è lì per lavorare, per far del bene al Paese”.

Nei Paesi occidentali, si dovrebbe prestare “interesse per queste aree dove non c’è pace. C’è stato anche un momento in cui l’Europa rimandava indietro gli afghani perché ‘non c’è guerra’. Allora, o dall’Afghanistan ci trasmettono notizie inventate per fare la ‘figura dei martiri’ o quello che si trasmette è vero. Come si può dire che questa terra sia un Paese di pace?”.

La fonte di AsiaNews ricorda “la presenza della Chiesa” che è “la presenza del silenzio creativo dell’amore di Dio. Si fa del bene in silenzio. È un silenzio pieno d’amore. [Essa è] operativa, silenziosa, ma piena dell’amore di Dio che è la fonte principale del suo essere lì, sia religiosi che credenti. Sia pure molto piccola, la comunità internazionale dei credenti è proprio questa presenza silenziosa e creativa dell’amore di Dio”. 

Il testo originale e completo si trova su:

http://www.asianews.it/notizie-it/Le-‘responsabilità-occidentali-nei-morti-di-Kabul-40896.html

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