Afghanistan, si teme per la stabilità futura
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Sono dozzine i distretti nel nord del Paese conquistati dai talebani negli ultimi due mesi. Il timore è che con il ritiro completo delle truppe straniere gli insorti guadagnino ancora terreno in Afghanistan. Le autorità hanno schierato oggi centinaia di soldati e miliziani filo-governativi per contrastare la violenta offensiva che ha costretto nelle scorse ore un migliaio di soldati afgani a rifugiarsi in Tagikistan. Nei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno abbandonato la base aerea di Bargam. Quello che in vent’anni di campagna in Afghanistan era considerato il centro nevralgico della coalizione internazionale, oggi è una base quasi deserta, la cui sicurezza dipende solo dalle forze afghane.
Eventi prevedibili e previsti
“In Afghanistan – afferma a Vatican News Marco Lombardi, docente all’Università Cattolica ed esperto di questioni afghane – sta accadendo quello che era chiaramente previsto dopo il ritiro delle truppe internazionali, ovvero da un lato la progressiva riconquista del territorio e l’occupazione delle istituzioni da parte dei talebani e dall’altra l’inconsistenza delle medesime istituzioni, che stanno abbandonando”. “Ma la vera domanda da porsi – continua il docente – è perché la politica internazionale ha scelto di abbandonare l’Afghanistan a questa serie di eventi assolutamente prevedibili previsti e già descritti”.
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