AFRICA/CENTRAFRICA – No all’impunità per i crimini commessi, altrimenti si sprofonda di nuovo nell’odio e nella violenza
martedì, 27 giugno 2017 giustizia gruppi armati
Bangui (Agenzia Fides)- Oltre 5.000 dossier sulle violenze commesse nella Repubblica Centrafricana dal 2014 ad oggi saranno presentati alla Corte Penale Speciale per il Centrafrica dalla Commissione Episcopale “Giustizia e Pace”.
“Abbiamo preparato 5.285 dossier che saranno presentati a questa istanza giudiziaria” ha affermato don Frederic Nakombo, Segretario Generale di “Giustizia e Pace”, che ha aggiunto che l’organismo della Chiesa cattolica ha creato una rete per difendere le vittime che si sono appositamente registrate.
“Giustizia e Pace” è uno dei diversi organismi della società civile che hanno annunciato di aver compilato dei dossier sui crimini commessi nel Paese da presentare alla Corte Penale Speciale, un organismo creato sotto l’egida dell’ONU per indagare e giudicare i delitti commessi nel Paese dal 2003 al 2015. Le organizzazioni della società civile chiedono di estendere il mandato della Corte fino al 2017, visto che diverse aree della Repubblica Centrafricana vivono ancora nell’insicurezza.
Fare in modo che i gravi crimini commessi dai diversi gruppi armati che sconvolgono il Paese non restino impuniti è una delle richieste della Piattaforma delle Confessioni Religiose per la Pace e la Coesione Sociale. Secondo l’Imam Oumar Kobine Layama, gli autori dei crimini sono conosciuti da tutti. Non si può dunque amnistiarli per “evitare che il Centrafrica sprofondi di nuovo nel ciclo dell’odio e della vendetta”.
Il Cardinale Dieudionné Nzapalainga, Arcivescovo di Bangui, in una dichiarazione alla Croix ha criticato l’accordo firmato il 19 giugno a Roma (vedi Fides 23/6/2017) sottolineando che “il testo come è stato pubblicato è una porta aperta all’impunità degli autori delle violenze”. Il Cardinale ha altresì smentito di aver sottoscritto questo accordo, raggiunto con la mediazione della Comunità di Sant’Egidio, negando che un “certo Godefroy Mokamanede” presentato come “rappresentante del Cardinale Nzapalainga” lo abbia firmato per suo conto. In un comunicato pubblicato il 22 giugno, il Cardinale afferma di “non avere conferito un mandato a qualcuno per rappresentarlo e prendere impegni a suo nome, né a titolo personale, né come Presidente della CECA (Conferenza Episcopale Centrafricana) né come membro fondatore della Piattaforma delle Confessioni Religiose”. (L.M.) (Agenzia Fides 27/6/2017)
“Abbiamo preparato 5.285 dossier che saranno presentati a questa istanza giudiziaria” ha affermato don Frederic Nakombo, Segretario Generale di “Giustizia e Pace”, che ha aggiunto che l’organismo della Chiesa cattolica ha creato una rete per difendere le vittime che si sono appositamente registrate.
“Giustizia e Pace” è uno dei diversi organismi della società civile che hanno annunciato di aver compilato dei dossier sui crimini commessi nel Paese da presentare alla Corte Penale Speciale, un organismo creato sotto l’egida dell’ONU per indagare e giudicare i delitti commessi nel Paese dal 2003 al 2015. Le organizzazioni della società civile chiedono di estendere il mandato della Corte fino al 2017, visto che diverse aree della Repubblica Centrafricana vivono ancora nell’insicurezza.
Fare in modo che i gravi crimini commessi dai diversi gruppi armati che sconvolgono il Paese non restino impuniti è una delle richieste della Piattaforma delle Confessioni Religiose per la Pace e la Coesione Sociale. Secondo l’Imam Oumar Kobine Layama, gli autori dei crimini sono conosciuti da tutti. Non si può dunque amnistiarli per “evitare che il Centrafrica sprofondi di nuovo nel ciclo dell’odio e della vendetta”.
Il Cardinale Dieudionné Nzapalainga, Arcivescovo di Bangui, in una dichiarazione alla Croix ha criticato l’accordo firmato il 19 giugno a Roma (vedi Fides 23/6/2017) sottolineando che “il testo come è stato pubblicato è una porta aperta all’impunità degli autori delle violenze”. Il Cardinale ha altresì smentito di aver sottoscritto questo accordo, raggiunto con la mediazione della Comunità di Sant’Egidio, negando che un “certo Godefroy Mokamanede” presentato come “rappresentante del Cardinale Nzapalainga” lo abbia firmato per suo conto. In un comunicato pubblicato il 22 giugno, il Cardinale afferma di “non avere conferito un mandato a qualcuno per rappresentarlo e prendere impegni a suo nome, né a titolo personale, né come Presidente della CECA (Conferenza Episcopale Centrafricana) né come membro fondatore della Piattaforma delle Confessioni Religiose”. (L.M.) (Agenzia Fides 27/6/2017)
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