Il dramma ignorato del popolo nuba
di Anna Pozzi
Un anno dopo, continuano gli attacchi di Khartoum: 420 mila le persone in fuga. La drammatica testimonianza di padre Kizito Sesana e una campagna della Ong Amani
«SEMBRA DI ESSERE tornati indietro di quindici anni!». Non ha dubbi padre Renato Kizito Sesana, missionario comboniano che quindici anni fa, appunto, faceva conoscere in Italia (e non solo) il dramma del popolo nuba. Un popolo fiero e pacifico, oggi come ieri, accerchiato e isolato, massacrato dai bombardamenti e ancor più decimato dalla fame e dalle malattie.
Ricominciavano esattamente un anno fa – nel giugno del 2011 – gli attacchi di Khartoum sulle Montagne Nuba, nel South Kordofan. Una regione abitata prevalentemente da popolazioni alleate con il movimento di liberazione del Sud Sudan, ma che è rimasta annessa al Nord. E che per questo sta ancora pagando un prezzo molto caro.
Sono oltre mille le bombe sganciate nel corso di quest’ anno. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur) stima che ci siano 185 mila rifugiati da South Kordofan e Southern Blue Nile in Sud Sudan ed Etiopia. Molti di più, circa 420 mila, sono invece gli sfollati interni, in condizioni disperate e bisognosi di aiuti umanitari urgenti.
Padre Kizito è riuscito ad arrivare in maniera avventurosa su queste montagne lo scorso aprile. E ci racconta in un articolo che sarà puibblicato sul numero di giugno di Mondo e Missione, qui anticipato in anteprima per i lettori di MissiOnLine, la sua drammatica testimonianza.
Insieme all’Associazione Amani di Milano ha inoltre lanciato una campagna a sostegno delle popolazioni delle Montagne Nuba: “La guerra è tornata. Torniamo ad aiutarli”.
Già in passato Amani aveva contribuito a far conoscere il dramma del popolo nuba. Oggi rilancia una campagna di sensibilizzazione e sostegno alle popolazioni del South Kordofan, ancora una volta abbandonate a se stesse. Sole in mezzo a una guerra. Anche noi aderiamo alla campagna di Amani per il popolo nuba.
Il testo completo si trova su:
http://www.missionline.org/index.php?l=it&art=4735