AFRICA/LIBIA – (17 Dicembre)

Più di 125.000 irregolari armati, suddivisi in centinaia di milizie: la denuncia di un rapporto

Tripoli (Agenzia Fides) – In Libia ci sono 125.000 combattenti irregolari armati. Lo afferma un rapporto dell’International Crisis Group (ICG), che lancia l’allarme sulla presenza nel Paese di centinaia di milizie che controllano spezzoni del territorio. Negli ultimi giorni sono stati segnalati scontri tra alcune milizie in diverse aree del Paese. “Il loro numero è un mistero – afferma il rapporto -, 100mila secondo alcuni, tre volte tanto secondo altri. Si afferma che oltre 125.000 libici siano armati”. L’ICG sottolinea che “questi gruppi non si considerano al servizio di un’autorità centrale; hanno procedure separate per registrare i membri e le armi; arrestano e detengono persone sospette; si scontrano di continuo tra loro”. Questa situazione deriva da come si è strutturata la rivolta contro il regime di Gheddafi: una ribellione altamente decentralizzata, nella quale hanno avuto un ruolo preponderante le diverse tribù e clan locali. L’Autorità Nazionale di Transizione fa fatica ad imporsi su questi gruppi che continuano quindi a mantenere i propri arsenali per autodifesa e come mezzo per promuovere i propri interessi Per affrontare questa situazione, l’ICG avanza alcune proposte da mettere in pratica a livello di Autorità Nazionale di Transizione e a livello locale, sia civile che militare. Tra queste: rafforzare la legittimità delle istituzioni centrali, assicurando maggiore trasparenza nel processo decisionale; avviare programmi di disarmo, smobilitazione e reintegrazione dei combattenti in stretto coordinamento con le milizie e i consigli locali; coinvolgere i leader civili e religiosi in questi programmi. (L.M.) (Agenzia Fides 17/12/2011)

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