ALGERIA – ( 17 Novembre )

Algeria, restaurata la Basilica di Sant’Agostino a Ippona. Mons. Desfarges: presenti per servire



E’ stata restaurata grazie al contributo di istituzioni di diverse nazionalità, di organismi religiosi e di gente comune. La basilica di Sant’Agostino di Annaba, l’antica Ippona, in Algeria, ha una luce nuova ora che i lavori, iniziati circa tre anni fa, sono terminati. All’inaugurazione, il mese scorso, c’erano autorità politiche, algerine e di altri Paesi, imam, benefattori, cristiani e musulmani, concordi nel riconoscere nel monumento dedicato a Sant’Agostino un patrimonio storico, religioso e architettonico dove si incontrano Oriente ed Occidente. Tiziana Campisi ne ha parlato con mons. Paul Desfarges, vescovo della diocesi di Costantina che oggi ingloba quella di Ippona, un tempo sede vescovile di Agostino:RealAudioMP3

R. – Je crois que maintenant de plus en plus les algériens sont fièrs de …
Credo che oggi gli algerini siano più fieri di annoverare Sant’Agostino tra i loro antenati. Sant’Agostino ormai fa parte della genealogia degli algerini …

D. – Un monumento cristiano che ha beneficiato di contributi provenienti da diverse istituzioni e da benefattori anche musulmani, come leggere tutto questo?

R. – Pour moi, le montage financier complexe est vraiment un signe …
Per me, questo finanziamento un po’ complesso è veramente un segno: è un bell’esempio di solidarietà, di questi rapporti di convivenza cristiano-musulmana che si estende da Nord a Sud, che si è manifestato perfino nell’aspetto finanziario.

D. – Per gli algerini, la Basilica di Sant’Agostino, sulla collina della città di Annaba, è “Lala Bouna”, la madre buona: qual è il senso di questa espressione?

R. – La basilique est sur une colline, elle domine un peux Annaba. …
La Basilica si trova su una collina e domina un po’ Annaba. Penso che in quel luogo si celebrassero dei culti già prima del cristianesimo. Ma come si sa, per molti cristiani e anche per molti musulmani, nel momento stesso in cui esiste da qualche parte un santuario, è “Lala”, quindi la si è chiamata “Lala Bouna” che sta per “la buona madre”, ma anche “Maria”, senza farsi troppe domande, soltanto nella consapevolezza che si tratta di un santuario. Inoltre, bisogna aggiungere che a fianco alla Basilica – da prima ancora che la basilica fosse edificata – c’è la Casa delle Piccole Sorelle dei Poveri che accoglie persone di famiglie molto modeste o persone senza famiglia o che veramente non hanno nulla di cui vivere. Le Piccole Sorelle accolgono queste persone disagiate – anche musulmani – e gli algerini sono molto generosi, fanno molte donazioni. Quindi, questa collina è contraddistinta dalla presenza del santuario, dalla Casa delle Piccole Sorelle dei Poveri e anche dal presbiterio dei Padri Agostiniani: è questo “Lala Bouna”. E’ veramente un luogo santo, un luogo di benedizione. Ed è vero che molte delle persone che vengono nella Basilica fanno veramente un’esperienza di silenzio, di grazia … Le persone vengono, sanno di venire in un luogo santo, un luogo benedetto. In questo luogo sono state concesse delle grazie. Ecco, è tutto questo insieme “Lala Bouna”. Spero che ora i pellegrini trovino il coraggio di tornare, più numerosi, per fare un pellegrinaggio sui passi di Sant’Agostino.

D. – L’inaugurazione della basilica di Sant’Agostino apre una nuova stagione nella diocesi di Costantina, dove si trova la città di Annaba?

R. – Disons que ça permet de continuer sur des bonnes bases. …
Diciamo che questo permette di continuare su buone fondamenta. Per la nostra Chiesa abbiamo istituito un Anno Agostiniano prendendo spunto dalla giornata del 19 ottobre; poi, il 2 maggio 2014 ci sarà un’altra grande giornata, perché celebreremo il quinto anniversario dell’elevazione del Santuario di Sant’Agostino a Basilica: quindi, sarà un anno agostiniano. E’ un po’ un “soffio” agostiniano per tutta la nostra Chiesa. Credo che sia ancora una volta un segno per gli algerini: la nostra Chiesa è sempre là, continua ad essere presente ed a servire.

D. – Quale sguardo hanno gli algerini verso Papa Francesco e i primi mesi del suo pontificato?

R. – Un très bon regard. Voyez, notre peuple algérien est vraiment à …
Ne hanno un’ottima impressione. Vede, il nostro popolo algerino è veramente in sintonia con quello che accade nel mondo. Papa Francesco ha avuto un’accoglienza molto benevola, colmo di simpatia. Quando cammino per la strada, la gente mi dice: “Ah, questo Papa, è bravo”! Sento molte espressioni di questo tipo. Le sue parole, i suoi gesti toccano, toccano tutti, toccano i cuori; perché semplicemente sono gesti umani, fraterni. Papa Francesco è accolto molto, molto bene; la sua testimonianza contribuisce alla convivialità.

D. – Cosa direbbe Sant’Agostino oggi della partecipazione fraterna per il restauro della “sua” basilica?

R. – Ah, je lui a posé la question et je crois qu’il nous dirait ce qu’il disait …
Ah, qualche volta gliel’ho chiesto! Credo che ci direbbe quanto diceva ai suoi fedeli, a suo tempo: “Per noi, vivere è amare. La nostra vita è gioia, è moto del cuore per tutti”. Penso che ci ripeterebbe: “Continuate ad amare. Il rapporto fraterno non è solamente un rapporto uomo-uomo, è un rapporto con Dio e in Dio”. E ci direbbe anche: “L’amore, quando arriva fino in fondo, non è solamente l’amore tra le persone che si accettano, ma arriva fino ad amare il nemico”. Sant’Agostino diceva: “Impara ad amare il tuo nemico: nella misura in cui l’amore cresce in te, riportandoti, riconducendoti alla somiglianza con Dio, esso si diffonderà sul tuo nemico, affinché tu sia somigliante a Colui che fa splendere il sole sui buoni e sui cattivi”. Questo diceva Sant’Agostino. E ciò tocca anche gli algerini.

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del sito Radio Vaticana
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