ASIA/TERRA SANTA – Profanato di nuovo il cimitero cattolico di Beit Jamal
Karolina Przewrocka-Aderet
Beit Shemesh (Agenzia Fides) – 28 tombe del cimitero annesso al convento salesiano di Beit Jamal, presso la città israeliana di Beit Shemesh, sono state di nuovo vandalizzate da ignoti. La scoperta dell’atto intimidatorio è stata compiuta mercoledì 17 ottobre da parte dei religiosi del convento.
Non è la prima volta che il cimitero del convento di Beit Jamal, 30 km a ovest di Gerusalemme, viene vandalizzato. Già nel 2013, una bomba incendiaria era stata lanciata contro una porta del convento e slogan blasfemi erano stati scritti sulle mura del complesso. L’area cimiteriale era stata poi presa di mira nel dicembre 2015, quando ignoti assalitori avevano divelto le croci delle tombe e distrutto alcune statue. La polizia israeliana ha riferito di aver avviato indagini con tutti i mezzi a disposizione per individuare al più presto gli artefici dell’atto sacrilego.
Gadi Gvaryahu, direttore esecutivo di Tag Mehir – ONG israeliana che organizza campagne a sostegno delle vittime dei crimini di odio settario in Israele – ha visitato il monastero ieri e ha espresso la propria solidarietà ai religiosi salesiani. “La popolazione palestinese in Cisgiordania” ha dichiarato Gvaryahu ai media israeliani, “deve essere protetta dai trasgressori della legge, proprio come lo sono i cittadini israeliani”.
Fonti palestinesi e gruppi israeliani per i diritti umani come B’Tselem e Yesh Din hanno riferito che negli ultimi due mesi centinaia di ulivi e viti sono stati trovati distrutti su terreni appartenenti a cinque diversi villaggi della Cisgiordania.
Nel gennaio 2016 (vedi Fides 27/1/2016), un gruppo di più di sessanta ebrei legati all’organizzazione Tag Mahir volle esprimere la sua condanna e il suo sgomento per la precedente profanazione subita dal cimitero salesiano di Beit Jamal recandosi in visita collettiva presso l’area cimiteriale offesa, nel dicembre 2015, dal vandalismo settario. In quell’occasione, i visitatori manifestarono la propria solidarietà ai salesiani, e vollero piantare un ulivo presso l’ingresso della casa religiosa.
Tag Mehir (“Distintivo Luminoso”), fondata nel 2011 con l’intenzione di contrastare tutte le forme e le espressioni di razzismo in Israele, già nel nome prescelto intende sottolineare il proprio porsi in totale contrasto con gli atti di violenza e intimidazione compiuti dai gruppi di coloni ultranazionalisti a partire dal 2012, che hanno colpito soprattutto moschee o luoghi cristiani (Tabgha, Beit Jamal, Latrun, la Dormizione, ecc.), “firmando” i propri atti intimidatori con la sigla “Price to tag” (il prezzo da pagare). (GV) (Agenzia Fides 18/10/2018).
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