ASIA/ARABIA SAUDITA – (26 Ottobre)

Arrestato per blasfemia un operaio filippino: appello dei Vescovi per il rilascio

Riad (Agenzia Fides) – Un operaio cattolico filippino, emigrato per lavoro in Arabia Saudita è stato arrestato con l’accusa di blasfemia. Come riferito a Fides dall’organizzazione “Fratellanza in Medio Oriente”, che si occupa dei migranti filippini nei paesi a maggioranza islamica, l’uomo, 32enne originario di Laguna (nei pressi di Manila) è stato arrestato dalla polizia religiosa per un presunto disegno offensivo verso il Profeta Maometto, scoperto dal supervisore della ditta presso cui lavorava, che ha informato la polizia. L’arresto è avvenuto il 14 ottobre scorso. Secondo l’organizzazione, l’accusa potrebbe essere falsa e strumentale, in quanto “l’uomo e il suo superiore avevano avuto una discussione nel corso di un incarico di lavoro”. “I lavoratori filippini all’estero hanno alta considerazione e rispetto per il profeta Maometto”, ha rimarcato l’associazione, che si è messa in contatto con l’ambasciata filippina a Riad.
Interpellato dall’Agenzia Fides, S. Ecc. Precioso D. Cantillas, Presidente della Commissione per i Migranti e gli itineranti, nella Conferenza Episcopale delle Filippine, afferma: “Come Vescovi chiediamo il perdono e la liberazione dell’uomo. Prima di tutto bisogna accertare i fatti. Non sarà facile sapere e comprendere cosa l’uomo ha veramente fatto. I filippini in Arabia hanno una fede e una cultura completamente diversa rispetto al paese in cui si trovano e potrebbe esserci un fraintendimento alla base dl caso”.
“Il contesto, per migliaia di lavoratori cattolici filippini, è molto difficile in tutti i paesi a maggioranza islamica e pervasi dal fondamentalismo. Il nostro appello fondamentale è alla libertà religiosa e al rispetto fondamentale verso tutti gli esseri umani”.
I lavoratori filippini immigrati in Arabia sono oltre un milione, tutti cattolici. Nei mesi scorsi il governo di Riad ha bloccato i visti di ingresso per i lavoratori filippini e indonesiani, dopo che le autorità dei due paesi asiatici avevano chiesto maggiori garanzie sulle condizioni di lavoro. (PA) (Agenzia Fides 26/10/2011)
 
 
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