ASIA/INDONESIA – Chiese chiuse, divieti e minacce ai cristiani: libertà di fede negata a Sumatra
Medan  (Agenzia Fides)  Intimidazioni ai cristiani, divieto di riunirsi per pregare,  chiusura delle chiese, accondiscendenza delle autorità civili: è preoccupante il  quadro sulla libertà di religione per i cristiani a Sumatra che emerge dal  racconto di p. Markus Manurung, OFMCap, sacerdote di Medan e responsabile della  Commissione Giustizia e Pace della Provincia dei frati Cappuccini sullisola.  Sullisola di Sumatra  spiega p. Manurung a Fides  vi sono sei diocesi: le  arcidiocesi di Medan e Palembang; le diocesi di Sibolga, Padang, Pangkal Pinang  e Tanjung Karang. Problemi si stanno verificando per i cristiani a Padang, Medan  e Sibolga. A Padang, in aree rurali e territori isolati, vi sono chiese che,  nonostante lunghi iter burocratici, non hanno mai avuto i permessi per essere  costruite o per essere restaurate. Alla comunità di Tirtanadi non è concesso il  permesso di fondare una chiesa e ai fedeli è vietato riunirsi a pregare. La  chiesa nella zona ovest di Pasuruan Ijin non ottiene il permesso per le  riparazioni necessarie, come accade pure alla chiesa di Tembilahan, danneggiata  da un incendio, dove i fedeli si riuniscono fra le mura ancora annerite. Nella  chiesa di Sawalunto, i fedeli non hanno il permesso di riunirsi. A Bukit Tinggi  è negata l’autorizzazione per creare una nuova chiesa, come avviene a  Kerinci-Kayu Aru. Alla chiesa di Pasir Pangarean è stata invece revocata la  licenza già concessa in passato.
NellArcidiocesi di Medan, gli ostacoli  maggiori si incontrano nella provincia di Aceh, nel nord di Sumatra, dove è in  vigore la legge islamica (sharia), anche se essa si applica solo alle comunità  musulmane. Tuttavia linfluenza dei gruppi radicali è molto forte, nota a Fides  p. Teguh Bernard O Carm, sacerdote cattolico locale. P. Teguh parroco nella  chiesa di Sidikalang, nel distretto di Singkil, in provincia di Aceh, racconta a  Fides le ultime traversie subite dalla comunità cristiana (vedi Fides  21/05/2012): LIslamic Defender Forum, composto da organizzazioni radicali, fa  pressioni sul governo per far chiudere le chiese che sono considerate illegali,  le chiese non autorizzate o le sale di preghiera. Il Governo locale, temendo  queste organizzazioni violente, sta cedendo. In passato, spiega il parroco, un  regolamento locale, approvato nel 1979 e aggiornato nel 2001, stabiliva che, per  mantenere larmonia interreligiosa, il numero delle chiese fosse limitato. Ma   nota p. Bernard - non si fa distinzione fra chiese cattoliche e protestanti.  Applicando in modo restrittivo il regolamento, nel mese di maggio, esponenti del  governo, agenti della polizia e membri di gruppi radicali islamici hanno fatto  chiudere 23 chiese di diverse denominazioni: 11 chiese della GKPPD (Protestant  Christian Church of Pakpak Dairi); 6 della Chiesa Evangelica di Indonesia; 3  chiese cattoliche, 2 della chiesa metodista GMI (Gereja Methodist Indonesia);  una della chiesa HKI (Huria Kristen Indonesia).. Le tre chiese cattoliche sono  quelle nei distretti di Balno Lae e Suka Makmur (diocesi di Sibolga), e quella  del distretto di Madumpang, nell Arcidiocesi di Medan.
P. Bernard riferisce  che alcune comunità protestanti vogliono lottare contro i radicali islamici per  impedire tali abusi e questo potrebbe causare violenza e conflitti. Noi stiamo  cercando di ottenere un incontro con i leader tribali locali e con le autorità  civili, per dialogare e sollevare le questioni del rispetto dei diritti umani e  della libertà religiosa. (PA) (Agenzia Fides 31/5/2012)
 
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