Il drappo nero in segno di lutto – Ministero degli Interni, Vienna (APA/AFP)
Attentato a Vienna: fermate 14 persone, si esclude un secondo attentatore
Michele Raviart – Città del Vaticano
La polizia austriaca ha fermato 14 persone per l’attacco armato che ieri sera a Vienna ha causato quattro morti e ventidue feriti, sei dei quali ricoverati in gravi condizioni. Gli inquirenti hanno setacciato oltre ventimila video girati durante l’attentato e sembrerebbe da escludere la presenza di un altro attentatore oltre a quello già ucciso ieri sera dalle forze dell’ordine.
L’attentatore ucciso voleva raggiungere la Siria
L’attacco è cominciato intorno alle 20 di ieri sera. I primi spari si sono sentiti nei pressi della sinagoga Staddttempel e poi sono state colpite altre cinque zone. L’attentatore ucciso, ha rivelato il ministro dell’Interno Karl Nehammer ha rivelato essere un simpatizzante dello Stato Islamico. Si trattava di un ventenne, con doppia cittadinanza austriaca e della Macedonia del Nord, equipaggiato con una finta cintura esplosiva, un’arma lunga automatica, una pistola ed un machete. L’uomo era noto ai servizi di sicurezza perchè era uno dei novanta islamisti austriaci che avevano cercato di raggiungere la Siria per combattere a fianco dei jihadisti ed era uscito dal carcere un anno fa.
Le testimonianze
“Gli attentatori hanno iniziato a sparare a caso nei locali”, ha testimoniato il sindaco di Vienna, Michael Ludwig alla tv Orf. “Gli assalitori hanno sparato alle persone che si trovavano nel giardino di un bar”, ha raccontato al Kurier il rabbino Schlomo Hofmeister, che vive in un appartamento che si trova davanti alla sinagoga della città. Secondo la sua testimonianza, “l’autore si è mosso in direzione di Hoher Markt e della chiesa di San Ruperto” e avrebbe sparato alle persone che erano sedute nel giardino di un pub in Judengasse e Seitenstettengasse, ma “non ha mirato direttamente alla sinagoga”, che tra l’altro era chiusa. Numerose anche le testimonianze sui social di cittadini che sottolineano come l’attacco sia avvenuto all’ora di cena dell’ultima sera prima del lockdown. “Le strade del centro era piene di persone, vista anche la temperatura mite”, si legge in numerosi post.
Il governo invita i viennesi a restare a casa
Dal governo è stato ribadito questa mattina l’invito ai viennesi a non uscire di casa e a non recarsi assolutamente nel centro della città, dove 75 militari stanno presidiando le zone sensibili della città. Chiuse anche le scuole, le fermate centrali della metropolitana e le sinagoghe in tutta l’Austria. Germania e Repubblica Ceca hanno rafforzato le misure di sicurezze al confine. Aumentati anche i controlli al Brennero
“Non pensavamo potesse accadere a noi”
Vienna sta reagendo “con disperazione”, spiega a Vatican News Eric Leitenberger, portavoce del Consiglio ecumenico delle Chiese in Austria, perchè pur seguendo “i terribili avvenimenti in Francia e in altri Paesi”, “per qualche ragione eravamo convinti che da noi non sarebbe potuto succedere, ma purtroppo invece è successo e proprio nel cuore della città”. “L’Austria”, sottolinea, “è un Paese neutrale e non è impegnata nelle varie politiche del vicino oriente”. Ora “la città è praticamente vuota, anche per il lockdown. Il ministro degli interni ha detto alla popolazione di restare a casa oggi, questo perché non sappiamo altri attentatori ancora in circolazione e ovviamente gran parte della popolazione ha seguito queste indicazioni e le strade sono deserte.
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