BANGLADESH – (17 Febbraio 2018)

BANGLADESH

Lima Chisim, prima donna sergente cristiana del Bangladesh (Video)

Sumon Corraya

La poliziotta proviene da una famiglia povera della diocesi di Mymensingh. La Chiesa locale e i sacerdoti l’hanno aiutata a pagare gli studi. Un cugino e un politico cattolici hanno fornito le referenze ed evitato che pagasse una mazzetta. “Il mio sogno è aiutare altri studenti poveri che non hanno i soldi per pagare la scuola”.

Dhaka (AsiaNews) – Il Bangladesh ha la sua prima donna sergente di religione cristiana. Si chiama Lima Chisim e proviene da famiglia povera di Biroidakuni, nella diocesi di Mymensingh. Ha studiato al Biroidakuni High School di Mymensingh e in seguito si è laureata all’università pubblica di Dhaka. È diventata poliziotta nel 2015, dopo sei mesi di addestramento. Figlia di un padre che non faticava a mantenere i membri della famiglia, Lima ha cambiato le sorti dei familiari. Nella vita, segue in maniera fedele i valori di Cristo. Era attiva nelle iniziative della Chiesa [locale] e svolgeva lavori sociali con sacerdoti e suore.

Lima ha accettato di parlare con il corrispondente di AsiaNews nella Pime House di Dhaka [la residenza dei padri del Pontificio istituto missioni estere, ndr]. Come sergente, ricopre una posizione di medio livello all’interno del corpo di polizia. In Bangladesh i sergenti si occupano di regolare il traffico e sono incaricati di mantenere l’ordine sulle strade del Paese. Servono la collettività garantendo la sicurezza della viabilità. Nel 2015 per la prima volta la polizia bengalese ha assunto 28 donne come sergenti della stradale. Tra di loro, solo Lima è cristiana.

Cosa l’ha spinta a diventare un poliziotto?

Nel 2008 ho partecipato ad un evento promozionale a Dhaka con Promod Manikn, il primo ministro per lo sviluppo sociale di fede cattolica. A quel tempo studiavo all’università. Tra i partecipanti vi era Kamrul Bage, un sergente musulmano della diocesi di Mymensingh. Egli era tra i relatori e io da lui ha capito che dovevo diventare sergente. Ma non sapevo che il Bangladesh non aveva ruoli da sergente riservati alle donne. Ad ogni modo nel 2015 ho trovato un annuncio di lavoro su un giornale. Mi sono candidata per quel posto e ho passato le selezioni.

Chi l’ha aiutata ad entrare in polizia?

Ero molto felice quando sono stata selezionata per l’esame. Allo stesso tempo ero anche molto preoccupata perché i miei parenti mi dicevano che senza [il pagamento di] una mazzetta non sarei mai riuscita ad entrare nel dipartimento di polizia. Mi dicevano che avrei dovuto versare 1,3 milioni di taka (13mila euro) per ottenere il posto. Ho passato giorni in ansia. I miei genitori non avevano le possibilità economiche per assicurarmi il lavoro. Poi p. Joseph Chisim, un mio cugino, mi ha suggerito di incontrare Amol Gomes, un altro sergente cattolico. Insieme a Promod Mankin, un politico cattolico, mi hanno fornito le referenze e senza nessuna bustarella ho avuto il lavoro nella polizia del Bangladesh. Sono molto grata a entrambi.

Per essere una poliziotta, ha dovuto superare ostacoli sociali?

Le persone del mio villaggio avevano detto a mio padre e mia madre che senza la tangente la loro figlia non avrebbe ottenuto il posto. E se anche fossi riuscita ad essere assunta, non avrei vissuto una vita onesta. Essi credono che tutta la polizia del Bangladesh sia corrotta!

Ci racconti della sua famiglia.

Mio padre Bikash Richil è un contadino e mia madre Baby Chisim fa la casalinga. Ho un’altra sorella e due fratelli. Io sono la maggiore. Apparteniamo alla parrocchia di Biroidakuni, [nella diocesi] di Mymensingh. Provengo da una famiglia molto povera, in cui nostro padre non aveva le possibilità economiche per garantirci tre pasti al giorno o per sostenere i costi della nostra istruzione. Ciononostante, ho avuto il sostegno della diocesi di Mymensingh, dei sacerdoti, delle suore e del World Vision Bangladesh, che mi hanno permesso di studiare. Senza il loro aiuto, non avrei mai potuto completare gli studi.

Cosa ne pensa della professione che ha intrapreso?

È una vera sfida. Con il mio lavoro, sono al servizio di ricchi, poveri e di [persone di] ceto medio. Un giorno ho incontrato un uomo che stava andando al New Market (una famosa zona commerciale di Dhaka), ma era stato derubato di tutto. La vittima ha condiviso con me quello che gli era successo. Io ho parlato con l’autista di un autobus del trasporto pubblico e l’ho convinto a riportarlo a casa. Io intervengo a protezione delle vittime di tentativi di furto. Quasi ogni giorno aiuto qualcuno.

Qual è il vantaggio del suo lavoro?

Percepisco un notevole stipendio. Potrò avere una promozione dopo cinque anni. Ricevo sicurezza e rispetto sociale. Potrò fare questo lavoro per i prossimi 30 anni.

Che tipo di sfide affronta come donna poliziotto?

Essendo donna, i miei colleghi collaborano con me. Il mio compito è controllare il traffico sulle strade. Una notevole sfida è che in città non esistono molti bagni pubblici. Per una donna questa è una vera difficoltà, ma le nostre autorità ci assegnano in luoghi nelle cui vicinanze si trovano dei gabinetti. Inoltre quando una donna poliziotto chiede aiuto con il walkie talkie, la sala di controllo processa per prime le nostre richieste e si attiva in modo rapido. Alcuni autisti non vogliono rispettare le regole della strada. Diventano aggressivi con le donne poliziotto e credono di poterci incutere paura, ma io reagisco se fanno qualcosa di illegale. È un lavoro molto impegnativo, soprattutto in una città come Dhaka.

La sua famiglia cosa pensa della sua professione?

Sono il primo poliziotto di tutta la stirpe. I miei genitori sono orgogliosi di me, anche perché nel mio villaggio nessuno è mai stato un agente. Le persone vengono per vedermi e questo mi rende felice. Lo scorso anno la Christian Cooperative Credit Union Ltd. Dhaka mi ha consegnato un premio – insieme ad altre personalità cristiane – per il grande contributo offerto alla società. Sono molto onorata di questo.

Sul luogo di lavoro riesce a mettere in pratica i valori cristiani con cui è stata educata?

Ho ricevuto l’istruzione di base in una scuola missionaria, gestita dai sacerdoti dell’Holy Cross. Oltre alla formazione accademica, essi mi hanno insegnato i valori morali. Anche i miei genitori, i sacerdoti e le suore mi hanno trasmesso i valori cristiani. Ho partecipato a varie iniziative della Chiesa quando ero studente, come lo Young Catholic Student (Ycs), un movimento di studenti cattolici. Tutto questo mi ha aiutato a diventare un essere umano migliore, ed è ciò che perseguo anche nel mio lavoro. Non ho mai pensato di essere una persona disonesta. Voglio servire [la comunità] per tutta la vita, come il sale e la luce della Bibbia [Lima si riferisce al “Discorso della montagna” citato nel Vangelo di Matteo 5, 13-14: “Voi siete il sale della terra […] Voi siete la luce de mondo” – ndr].

Qual è il suo sogno?

Sogno di poter essere d’aiuto alle persone che ne hanno bisogno. Spero presto di iniziare una sponsorizzazione per studenti bisognosi che non hanno i soldi per andare a scuola. In passato io ho avuto grande sostegno da parte di sacerdoti cattolici, suore, e fondi della diocesi di Mymensingh. Se non avessi potuto beneficiare del loro aiuto, oggi non sarei mai stata un poliziotto. Per questo sono determinata ad aiutare gli studenti che hanno bisogno di aiuto. Il mio sogno è che loro possano realizzare i propri sogni!

Il testo originale e completo si trova su:

http://www.asianews.it/notizie-it/Lima-Chisim,-prima-donna-sergente-cristiana-del-Bangladesh-(Video)-43132.html

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