R. Abbiamo pregato per le vittime di questi scontri e abbiamo fatto una preghiera più in generale perché questi nostri fratelli copto-ortodossi che hanno sofferto lincendio di una loro chiesa e che hanno voluto manifestare, come tutti i cittadini, il loro desiderio di libertà religiosa, di rispetto dei loro diritti, hanno trovato invece da dover offrire in questa manifestazione il calice amaro della morte, del sacrificio. Per tutti noi è desolante e triste e angoscioso questo fatto e ci uniamo alla Chiesa copto-ortodossa, a tutti i nostri fratelli, alle loro famiglie, alle vittime di questa violenza senza senso. Speriamo che si faccia strada anche la pace, tra i nostri cari fratelli dellEgitto. Abbiamo pregato anche per i nostri copto-cattolici, perché vorremmo che lombra di questa violenza sui copto-ortodossi getta sulla vita del Paese, sulle minoranze religiose, non porti anche un clima di precarietà, di difficoltà per tutta la nostra comunità copto-cattolica, piccola ma veramente impegnata per la pace e per lintesa tra tutte le correnti che compongono la società egiziana. Abbiamo pregato in terzo luogo perché questa cosiddetta Primavera araba sia veramente un anticipo di una pace ricercata da tutti, per la democrazia, per il dialogo, per lintesa, per il rispetto della dignità della persona umana, specialmente per il rispetto della libertà religiosa, per il rispetto delle minoranze, affinché si possa costruire, in questo grande Paese che è lEgitto, una società nella quale si possa vivere in pace, con la speranza di un futuro sicuro per tutti. E speriamo anche che tutto questo movimento, iniziato nel gennaio di questanno, porti frutti non di violenza, non di divisioni, non di uccisioni, non di persecuzioni ma di intesa, di dialogo, sapendo introdurre nel comune lavoro per ledificazione del nuovo Egitto tutte le componenti della società, e in particolare i copto-ortodossi e la nostra piccola comunità copto-cattolica.
D. Lei accennava alla Primavera araba. Qualcuno ha detto che forse questa Primavera araba potrebbe essere un inverno per i cristiani del Medio Oriente. Cè una certa preoccupazione A chi si può fare appello, perché questo non succeda?
R. Certamente, tutti noi abbiamo gioito quando le campane hanno suonato a festa nei Paesi del Nord Africa, specialmente in Egitto. Certamente, tutta la Chiesa cattolica è vicina a questo grande Paese, per sostenere tutti gli sforzi per la costruzione di una nazione nella quale la dignità umana abbia un posto fondamentale nella costruzione della società. Facciamo appello non solo alla Chiesa cattolica, ma a tutte le altre Chiese cristiane del mondo: in Europa, soprattutto; alle autorità internazionali, alle autorità dei Paesi occidentali, perché sostengano gli sforzi che vanno nella direzione della costruzione di un Paese nel quale si rispettino i diritti umani e, in particolare, vogliamo che si rispetti il diritto alla libertà religiosa. Chiediamo anche che le minoranze, non perché sono tali, non possono non godere anche loro di tutti i diritti di cui godono gli altri cittadini; vogliamo che la società occidentale, tutti i Paesi amici dellEgitto, possano sostenere tutte le forze che portano ad una vera primavera di pace, di riconciliazione e di progresso per tutti.
D. Dunque lei lancia un appello alla comunità internazionale, ma cè ovviamente anche la responsabilità delle autorità locali
R. Certo, ovviamente, lautorità nazionale ha le sue responsabilità nel garantire la sicurezza e lincolumità delle persone, dei beni e delle istituzioni; sappiamo però anche che a volte le autorità nazionali si trovano, in un percorso di evoluzione verso una situazione che ci si augura sia migliore, di fronte a tanti ostacoli, a tante difficoltà che frenano, o che forse possono fare inciampare quel processo di pace. Quindi, auspichiamo che anche le autorità in particolare le autorità nazionali dellEgitto sappiano far fronte a tutte le aggressioni possibili contro i cristiani, contro i musulmani, contro ogni persona, operando affinché ci sia la sicurezza necessaria, perché sia salvaguardata lincolumità di ogni cittadino egiziano. Auguriamo che possano farlo pur sapendo che ci sono tante difficoltà; ci auguriamo anche che le forze che forse non ragionano, che forse sono in preda a spinte violente o fanatiche, non abbiano il sopravvento nella costruzione di quello che tutti ci auguriamo essere una vera ricostruzione di questi Paesi, nella pace e nella prosperità. (gf)
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