EGITTO – ( 16 Giugno )

Egitto, maestra cristiana condannata al carcere per blasfemia

 
16/06/2014

Dimyana Abdel Nour, la maestra cristiana accusata di blasfemia in Egitto, è stata condannata, in appello, a sei mesi di carcere. La donna avrebbe sminuito la figura di Maometto di fronte ai suoi alunni. Nonostante la destituzione dei Fratelli musulmani dell’ex presidente egiziano Mohammed Morsi, i processi per blasfemia nel Paese continuano ad essere in costante aumento. Gianmichele Laino ha intervistato mons. William Kiryllos, vescovo di Assiut:

R. – Notiamo che quando è un cristiano a parlare male o poco bene dell’islam viene subito accusato di blasfemia e viene condannato a severe punizioni. Invece, dall’altra parte, ci sono vari musulmani che parlano male del cristianesimo e che vengono quasi sempre liberati.

D. – La maestra è stata ripresa e difesa sia dal preside musulmano del suo Istituto e sia dalla maggior parte degli alunni. Alla luce di questo, cosa c’è realmente dietro alle accuse che le vengono mosse?

R. – Non sappiamo. Noi abbiamo l’impressione che non ci sia la volontà politica, la volontà di dare giustizia ai cristiani in genere, non solo in questo caso di blasfemia, ma anche nei vari casi, negli atti di violenza che vengono commessi contro i cristiani. Questo è un punto interrogativo che ci tormenta.

D. – E la comunità cristiana in Egitto come accoglie queste sentenze di condanna?

R. – La comunità cristiana reagisce in modo molto pacifico, protestando contro tali accuse, e si rivolge al Signore per chiedere a Lui giustizia. Sperano molto che venga attivata la nuova Costituzione che garantisce quei diritti a tutti, in maniera egualitaria. Poi, c’è anche un dubbio: arriveremo veramente a questa giustizia sociale, a questi diritti di cittadinanza, a non essere più cittadini di seconda categoria, a non essere più emarginati?

D. – A questo proposito, il dato rilevante è che i processi per blasfemia, in Egitto, sono aumentati del 100% da quando i Fratelli musulmani sono saliti al potere nel 2011. Il fenomeno, tuttavia, continua anche dopo la destituzione di Morsi e l’elezione di Al-Sisi. Perché?

R. – Ci sono molti elementi nel governo, nelle autorità giudiziarie che ancora sono islamici. Non sono pochi quelli che richiedono la “purificazione” di tutti gli enti dello Stato dagli elementi estremisti, per mettere fine a questa ingiustizia. Speriamo che questo passo venga seguito da altri passi simili, per eliminare questa atmosfera di fanatismo diffuso nel Paese da quando i Fratelli musulmani erano al potere.

Il testo completo si trova su:

http://it.radiovaticana.va/news/2014/06/16/egitto,maestra_cristiana_condannata_al_carcere_per_blasfemia/1101822

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