



R. E improbabile al momento pensare a una pianificazione o comunque qualcosa di collegato alla situazione di tensione e di scontri al Cairo e quindi a Piazza Tahrir.
D. Quindi, secondo lei, tutto è riconducibile alla recente cessazione dello stato demergenza e quindi al fatto che lesercito non è più presente sul territorio?
R. Lapparato di sicurezza egiziano ne ha risentito, questo ha provocato anche una minore capacità di gestire tensioni e quindi gli scontri. Purtroppo la stragrande maggioranza delle vittime di Port Said è stata causata dalla reazione della massa, dalla calca, quindi anche dalla scarsa capacità della stessa polizia nel gestire l’ordine pubblico. Dunque per le informazioni che abbiamo ora, quanto accaduto ha poco a che fare con le tensioni politiche.
D. Al Cairo si sono ritrovati i sostenitori della squadra el Ahly coinvolta negli scontri, transennato anche il piazzale davanti alla televisione pubblica. Questi eventi si inseriscono allinterno di contestazioni che ancora ci sono al Cairo
R. La situazione al Cairo, anche nei giorni scorsi, è di grande tensione. Ci sono stati scontri davanti al parlamento tra manifestanti della società civile più liberale e rappresentanti giovani della fratellanza musulmana. Al di là di queste vicende calcistiche, che in questo momento possono anche essere anche considerate marginali, la tensione è legata allandamento, alla transizione politica nel post-Mubarak soprattutto allindomani delle elezioni e della vittoria della fratellanza musulmana.
D. Qual è il ruolo in questo momento dei Fratelli Musulmani?
R. Quello di ponte tra le autorità militari, che di fatto ancora gestiscono il potere, e la popolazione. Gli stessi scontri con gli attivisti più liberali dimostrano come la fratellanza in questo momento ha stretto un accordo tacito con le autorità militari affinché la transizione sia guidata nel panorama politico egiziano.
D. Cè chi guarda ai Fratelli Musulmani con speranza di dialogo e chi con scetticismo
R. Senza la fratellanza musulmana la realtà politica dellEgitto è impensabile. Anche perché è la realtà più presente. Pensare a un rapporto con la fratellanza musulmana è inevitabile. Le stesse posizioni della fratellanza musulmana sono molto diverse rispetto alle posizioni – sia dal punto di vista politico, sia dal punto di vista religioso – delle realtà più salafite, più intransigenti. La fratellanza musulmana ha un doppio aspetto: è una realtà nuova nellambito egiziano, ma è anche una realtà politica conservatrice con cui bisogna dialogare inevitabilmente.
D. Però i giovani di Piazza Tahrir continuano a manifestare
R. Questo è soprattutto dovuto al fatto che le realtà dei giovani, degli universitari che sono scesi per primi in piazza, non sono riuscite ad avere un risultato politico rilevante, anche perché la loro organizzazione e la loro presenza nella società egiziana, al di là della capitale è minima. Questo si traduce in malessere, non essere riusciti a far sentire la propria voce nellarena politica, fa sì che le manifestazioni vadano avanti in cerca di un risultato migliore, di visibilità. Lauspicio è che, con le elezioni e quindi con il nuovo parlamento e le nuove riforme costituzionali, lEgitto prenda la strada di una transizione il più pacifica possibile, dove tutte le voci che hanno portato alla caduta di Mubarak possano avere la possibilità di esprimere la propria opinione, per tornare ad una stabilità, ad una vita sociale e politica che possa permettere al Paese di riprendere il posto che gli si addice nel panorama sia mediorientale, sia internazionale. (bf)
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