



LEgitto torna in piazza con manifestazioni e slogan contro il presidente in carica Mohamed Morsi. Il capo di Stato, con un decreto, ha aumentato i suoi poteri a scapito della magistratura e blindando l’Assemblea che sta riscrivendo la nuova Costituzione del Paese. Ieri, in Piazza Tahrir, al Cairo, luogo simbolo delle proteste che hanno portato alla fine del regime di Mubarak, le forze dellordine hanno lanciato lacrimogeni contro i contestatori, i quali, a loro volta, hanno confermato loccupazione che durerà almeno una settimana. ”Lavoro per la stabilità economica e sociale, sono il presidente di tutti gli egiziani ha detto lo stesso Morsi, precisando che il decreto è necessario per la riapertura dei processi a carico dellex presidente Mubarak e quello nei confronti dei responsabili della dura repressione in piazza Tahrir, un anno fa. E proprio in questa sede, si sono registrati tafferugli tra oppositori e sostenitori del presidente in carica, oltre cinquanta i feriti. Incendiate le sedi degli uffici del partito dei Fratelli Musulmani – movimento di provenienza del capo dello Stato – ad Alessandria, Port Suez e Ismailyia, anche qui cinquanta feriti. In questo scenario si collocano le preoccupazioni dellOnu per le conseguenze sui diritti umani e la possibile instabilità che potrebbe innescarsi nella regione.
Sulla situazione in Egitto abbiamo raccolto il commento di Massimo Campanini, docente di Storia dei Paesi islamici allUniversità di Trento:
R. – Indubbiamente Morsi sta forzando la mano alla situazione. Si sente legittimato dal voto popolare e soprattutto è sicuro che attraverso una concentrazione dei poteri nelle sue mani, potrà imprimere allEgitto una svolta decisiva; perché sostiene che questa sua presa di potere, risulterà utile per realizzare gli obiettivi della rivoluzione del febbraio 2011.
D. – Quindi stiamo assistendo ad un processo democratico oppure ad unislamizzazione?
R. – Penso che il processo in corso sia comunque un processo democratico, perché mette in circolazione molte forze di diversi orientamenti che potranno collaborare – seppure scontrandosi – al delinearsi del futuro del Paese. Secondo me, il problema dellislamizzazione è un problema a lungo termine.
D. – La piazza che vediamo oggi che continuità ha con la piazza che un anno fa fece cadere il regime Mubarak?
R. – È completamente diversa quella di un anno fa, la quale esprimeva una sorta di democrazia dal basso. Qui cè unaggregazione di forze politiche che si oppongono a Morsi presentando potenzialmente un piano alternativo, però non vedo nelle forze laiche e di sinistra quel sostegno popolare che hanno invece i Fratelli Musulmani.
D. – Cè il rischio di una profonda spaccatura?
R. – Il rischio indubbiamente cè. La società egiziana è molto composita, cè una base comune di identità nazionale, di coscienza e auto percezione islamica, questo fornirà il background di riferimento per i prossimi movimenti istituzionali e costituzionali. Questa identità popolare è plasmata dalla religione e in qualche modo la religione stessa avrà la possibilità di giocare un ruolo sempre più importante nellevoluzione del futuro dellEgitto.
D. – Questo vuole dire anche che il futuro dei copti sarà messo a dura prova?
R. – Indubbiamente il problema delle tensioni religiose allinterno dellEgitto è importante. Però, non bisogna dimenticare che alla base delle tensioni fra copti e musulmani ci sono anche ragioni di tipo politico ed economico. Inoltre non bisogna dimenticare nemmeno che alcune recenti aggressioni contro i copti, sembrano essere state fomentate da elementi incontrollati che volevano far fallire il processo rivoluzionario mettendo a rischio la pace interna del Paese.
D. – A livello internazionale, Egitto e Stati Uniti hanno avuto un ruolo centrale per ricomporre, almeno in questi giorni, la frattura fra Israeliani e palestinesi
R. – Credo che lEgitto stia recuperando il ruolo che gli spetta allinterno della politica internazionale. Questo è un merito di Morsi. Lattivismo diplomatico egiziano va visto come foriero di una ricostruzione dei rapporti di forza, degli equilibri dellintero quadro mediorientale.
Ultimo aggiornamento: 25 novembre 2012