Migliaia di persone si sono riversate in strada per festeggiare l’elezione del nuovo presidente, anche al Cairo nella simbolica piazza Tahrir, centro delle proteste che nel 2011 rovesciarono il regime di Hosni Mubarak. Ma era stato lo stesso Sisi a fare appello alla partecipazione al voto, sostenendo che le elezioni sarebbero state credibili se a recarsi alle urne fossero stati almeno 40-50 milioni di elettori, contro i 27 milioni che ci sono andati davvero.
Martedì, quando si sarebbero dovuti chiudere i seggi, la percentuale dei votanti era ancora molto bassa e il governo guidato da una giunta militare aveva deciso di prolungare tutto di un giorno, sollevando molti dubbi negli analisti politici sulla legittimità di queste elezioni.
La Coalizione pro-Morsi ha lanciato un appello su Facebook a proseguire i cortei a partire da venerdì. In un comunicato la Coalizione chiede ai militari di tornare nelle caserme e di rimettere il potere nella mani del popolo: “Bruciamo le bandiere degli Usa, del nemico sionista e dell’Ue – si legge – Issiamo quella egiziana e la foto del presidente legittimo”. Il riferimento è a Mohamed Morsi, il capo di Stato islamista deposto dai militari.
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