EGITTO – ( 29 Novembre )

Egitto. Costituente: sì ai principi della Sharia. Padre Samir: anche molti musulmani non la vogliono



In Egitto l’Assemblea costituente ha approvato all’unanimità l’Articolo 2 della Costituzione che fa riferimento ai “principi della Sharia”, la legge islamica. Una decisione che, in realtà non trova concorde gran parte della popolazione, tra cui anche molti musulmani. L’obiettivo è di rendere la Sharia il fondamento delle leggi nel Paese. E’ quanto sottolinea al microfono di Amedeo Lomonaco il padre gesuita egiziano Samir Khalil Samir:

R. – Questo è il progetto, da sempre, dei Fratelli Musulmani, dei Salafiti e di tutta la tendenza islamista, che è assai forte in Egitto e che, d’altra parte, è sostenuta finanziariamente, anche militarmente in alcuni casi, da Paesi arabi ricchi, in particolare l’Arabia Saudita e il Qatar. Questo progetto è inaccettabile non solo per i non musulmani, cioè i cristiani e qualche altra minoranza, ma ancor più per una gran parte dei musulmani che vogliono distinguere tra la fede, che dice che una cosa è un male e non deve essere fatta, e la società politica che dice che una cosa sarà punita.

D. – In quale contesto storico è nata la Sharia?

R. – La Sharia è stata stabilita in varie forme, almeno in quattro scuole sunnite ed una scuola sciita, nel IX-X secolo, basandosi su alcuni versetti del Corano, ma non sempre. Faccio l’esempio più chiaro e più grave. L’apostata – dice la Sharia – deve essere ucciso: chi essendo musulmano, abbandona l’islam per un’altra religione o per l’ateismo e si dichiara tale deve essere ucciso. Ora, io sfido chiunque a trovare nel Corano un solo versetto che dica questo. Questo non c’è. E’ per questo che anche i musulmani giustamente, spesso, rifiutano la Sharia perché non corrisponde alla cultura attuale dei musulmani, ma corrisponde alla cultura del Medioevo in cui la Sharia è stata elaborata e non alla rivelazione dell’islam.

D. – Come leggere, nell’Egitto di oggi, la decisione di riconoscere i principi della Sharia?

R. – Ciò che è stato fatto oggi è un trucco. Stanno approfittando del fatto che il Parlamento provvisorio è a maggioranza islamista per votare. E per questo il presidente Morsi si è dato un potere inammissibile, cioè ha tutti i poteri. Nemmeno la magistratura, adesso, lo può condannare. Dunque tutta questa situazione è inaccettabile, illegale in sé.

D. – Questo Articolo della Costituzione fa riferimento ai principi della Sharia. Da un punto di vista giuridico sembra un primo passo. Dove si vuole arrivare?

R. – Si vuole arrivare all’applicazione di tutti i particolari della Sharia, non solo i principi. I principi, si potrebbe dire, sono orientamenti generici. Loro vogliono dire concretamente: si taglia la mano a chi fa questo, si punisce di morte chi fa questo, eccetera. Entrare in tutti i particolari è il secondo passo. Ma una volta votato il primo, il secondo rischia di arrivare. Il punto qual è? La Sharia, come tale, è in contrasto con il pensiero attuale dei musulmani di un Paese come l’Egitto. Il popolo – si è visto pochi giorni fa quando c’è stata una fortissima manifestazione di migliaia di giovani – dice: hanno tradito la rivoluzione del gennaio 2011.

D. – Molti egiziani, cristiani e musulmani, sono uniti nel difendere i diritti umani…

R. – Per questo i cristiani lottano. Non solo perché sono cristiani e perché questa è un’ingiustizia per loro. Ma perché è un’ingiustizia contro l’umanità, contro le donne in particolare, contro tutte le minoranze, contro gli atei, contro gli omosessuali, che dovrebbero andare in prigione. E’ una decisione dei fondamentalisti islamici che vogliono imporre ai musulmani e ai cristiani e agli altri una concezione della religione che non è quella di tutti i musulmani. Vogliono imporre un islam medievale. E’ un grande pericolo per la società egiziana e può diventarlo per altre società musulmane.

 
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