Luci e ombre sul giuramento di Mohammed Morsi in piazza Tahrir
Il portavoce della Chiesa egiziana nota elementi negativi e positivi. In primis, Morsi si rivolge al suo popolo e non a tutto lEgitto. Negativa anche la richiesta di liberazione di un terrorista. Fra gli elementi di speranza, la volontà di unire musulmani e cristiani. E avverte: dietro i discorsi sentimentali di facciata, sorgeranno presto problemi fra presidenza e militari.
Il Cairo (AsiaNews) – Il giuramento del presidente egiziano Mohammed Morsi di fronte al “suo” popolo, riunito in piazza Tahrir al Cairo, contiene luci e ombre, elementi “positivi e negativi”. È necessario “aspettare e vedere” gli sviluppi futuri, soprattutto nei rapporti di forza “da dietro le quinte” con l’esercito, per capire quali saranno i nuovi equilibri e chi avrà in mano il potere. È il giudizio raccolto da AsiaNews di p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, che delinea diversi elementi “interessanti” nel discorso di ieri del neo capo di Stato. Morsi è stato acclamato a lungo da una folla festante composta da decine di migliaia di sostenitori, accorsi nel luogo simbolo della rivolta contro il regime di Mubarak e il potere dei militari. E ha saputo infiammare gli animi dei suoi sostenitori con gesti plateali, come quando ha sbottonato la camicia mostrando di non indossare giubbotti anti-proiettili. “Perché – ha detto il leader musulmano – temo solo Dio”.
Nella tarda mattinata di oggi è in programma il giuramento di Mohammed Morsi davanti alla Suprema corte costituzionale e alle istituzioni dello Stato. Da questo momento egli assume a livello formale i poteri conferiti alla carica, dopo la vittoria alle urne della scorsa settimana del candidato dei Fratelli musulmani. A seguire, il presidente egiziano è atteso all’università del Cairo, dove terrà un discorso – l’ennesimo in pochi giorni – infine la tappa a una base dell’esercito per il passaggio dei poteri dai militari. Tuttavia, gli appuntamenti di oggi sembrano solo un corollario rispetto all’evento centrale – a livello politico e personale – che si è consumato ieri: Morsi ha giurato da neo capo di Stato davanti alla folla di sostenitori, che hanno gremito in ogni ordine di posto piazza Tharir. Alla gente in festa, egli ha voluto ricordare che non rinuncerà “ai poteri conferiti dalla carica” – nonostante la mossa dell’esercito dei giorni scorsi, che ha esautorato in parte le funzioni del presidente – e promuoverà l’ideale di nazione “civile e nazionalista”.
Commentando le parole di Mohammed Morsi, il portavoce della Chiesa cattolica egiziana si sofferma su “luci e ombre”, a partire dal giuramento “in piazza Tahrir davanti al suo popolo, prima ancora dell’atto formale” di oggi al cospetto delle istituzioni del Paese. Per p. Greiche è un fattore “negativo il giuramento di ieri in piazza davanti ai suoi sostenitori” che non costituiscono “tutta la popolazione egiziana”. A questo si aggiungono le tensioni “con il Consiglio dei militari”, acuite nelle ultime ore: “Giurare per strada, davanti al tuo popolo – commenta il sacerdote – prima che alle istituzioni”, significa in un certo modo promettere “fedeltà ai sostenitori, al tuo gruppo prima che all’intero Egitto”. Un ulteriore “punto negativo” è la richiesta di liberazione o la promessa di negoziare il rilascio di Omar Abdul Rahman, considerato l’ispiratore del primo attentato alle Torri gemelle di New York del 1993.
Tuttavia, il portavoce della Chiesa egiziana non dimenticaalcuni aspetti “positivi” contenuti nel discorso, partendo dal fatto che non si è riferito alla gente parlando del “mio popolo”, usando una parola araba spesso abusata in passato. Al contrario, egli ha ribadito quanto anticipato nei giorni scorsi: il proposito di essere presidente “di tutti” gli egiziani, di “musulmani e cristiani”, sottolineando anche il valore delle minoranze, tanto da promettere la nomina di un cristiano e di una donna alla vice-presidenza. P. Greiche cita anche il passaggio in cui Morsi ha ricordato il valore “degli artisti e delle arti”, l’importanza degli scrittori, lavoratori del cinema e nella cultura. E per rafforzare l’economia del Paese, aggiunge, il riferimento “al turismo” quale motore essenziale della nazione e della sua crescita.
Resta però un ultimo elemento, forse il più importante, per capire quali potranno essere gli sviluppi dell’Egitto e i rapporti di forza al suo interno. Il portavoce della Chiesa cattolica sottolinea che “andando oltre ai discorsi sentimentali del presidente”, bisogna valutare quali saranno i rapporti con i militari e le divergenze destinate a emergere nel futuro prossimo. “Se continuano così – avverte p. Greiche – sorgeranno presto i problemi”.
Intanto sui social network egiziani si susseguono i commenti sul giuramento in programma oggi, sul ritardo nella cerimonia e i dubbi – poi rientrari – sulla copertura televisiva con una diretta. Su Twitter sono centinaia i messaggi, alcuni dei quali ironizzano sull’umore del generale Tantawi, capo dell’ala militare. Certo è che l’impasse di oggi davanti alle istituzioni, rispetto all’ampia eco del discorso e relativo giuramento di piazza avvenuto ieri, non fa nascere sotto i migliori auspici il nuovo corso dell’Egitto post-militare e la presidenza Morsi.
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