Egitto, militari e privati cittadini insieme contro gli estremisti islamici
Dopo gli scontri del 4 maggio costati 12 morti, torna la calma davanti al ministero della Difesa egiziano. Ieri, centinaia di salafiti e Fratelli musulmani di nuovo in piazza nonostante il coprifuoco. Portavoce della Chiesa cattolica teme una nuova escalation di violenza in vista delle elezioni presidenziali.
Il Cairo (AsiaNews) – “Decine di privati cittadini stanno presidiando insieme ai militari le vie adiacenti al ministero della Difesa per evitare nuove manifestazioni violente degli estremisti. Questa è la prima volta dai tempi di Mubarak che gli egiziani collaborano con l’esercito”. E’ quanto racconta ad AsiaNews p. Rafic Greiche portavoce della Chiesa cattolica egiziana. Secondo il sacerdote, la popolazione si è schierata contro i salafiti e i Fratelli musulmani e vuole sicurezza. I gruppi islamici estremisti hanno iniziato a minacciare la lotta armata, dopo mesi di dichiarazioni e comunicati a favore della democrazia fatti con l’unico scopo di raccogliere consensi e vincere le elezioni parlamentari. “La gente – afferma – ha paura di chi inneggia al jihad islamico e teme una nuova escalation di violenza, in vista delle elezioni presidenziali di giugno”.
Intanto, è tornata la calma nel quartiere di Abbassiya (Il Cairo) dopo gli scontri fra estremisti islamici ed esercito lo scorso 4 maggio, costati 12 morti, decine di feriti e oltre 300 arresti. Oggi le forze dell’ordine hanno rilasciato 15 donne e diversi giornalisti fermati durante le proteste. Tuttavia per p. Greiche la situazione è critica: “Quanto accaduto nei giorni scorsi conferma l’urgenza di tenere le elezioni presidenziali il più presto possibile”. Il sacerdote sottolinea il continuo traffico di armi provenienti dalla Libia che potrebbe trasformare l’Egitto in un teatro di guerra simile alla Siria.
Oggi, i media egiziani hanno confermato che nelle manifestazioni del 4 maggio erano presenti cittadini di nazionalità straniera provenienti soprattutto da Pakistan, Libia e Corno d’Africa. Nonostante il coprifuoco imposto dal governo, centinaia di salafiti e membri dei Fratelli musulmani, hanno manifestato ieri davanti alla Corte suprema chiedendo il rilascio dei detenuti e la morte del gen. Tantawi, capo del Consiglio supremo delle forze armate (Scaf).
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