Attacco a Nizza: mons. Marceau (vescovo), “non cadiamo nella disumanità. La nostra risposta sia il perdono”
Non lasciarsi travolgere dalla logica della disumanità che genera chiusura, violenza e esclusione ed essere invece capaci di perdonare. È un appello al perdono, cuore del Vangelo, il messaggio video che all’indomani dell’attacco di un terrorista alla basilica Notre-Dame di Nizza, il vescovo della città, mons. André Marceau lancia ai fedeli cattolici della sua diocesi. “Ho appena trascorso un’ora davanti alla basilica di Notre-Dame de l’Assomption con il parroco che è stato testimone della scena di questa mattina, un amico di Vincent, il sacrestano”, racconta il vescovo. “Le persone che ho incontrato sono, come tutti noi, sotto choc. Lo choc per un avvenimento drammatico e doloroso, un avvenimento che al di là della nostra fede cristiana, sciocca per la sua disumanità”. Da qui, l’appello: “Vorrei dire che la disumanità non può oggi chiamare ad altre disumanità: alla chiusura, alla violenza, all’esclusione, alla segregazione. Cerchiamo allora di essere all’altezza della risposta. Sì, Cristo ha chiesto sulla Croce il perdono per coloro che non sapevano quello che stavano facendo. Questa parola mi è entrata nella testa da questa mattina. Forse quell’uomo sapeva contro chi si stesse dirigendo: ai cristiani, in un luogo simbolico, alla Chiesa. Ma perché, perché? Dobbiamo porci questa domanda come società. È vero, non abbiamo risposte. È vero, non siamo in grado di trovare le soluzioni. Ma credo che dobbiamo fare in modo oggi che le nostre reazioni, i nostri atteggiamenti, i nostri propositi, i nostri commenti non siano in linea con quelli compiuti da quell’uomo. Non cadiamo nella piaga dove da qualche tempo ormai siamo sprofondati qui a Nizza. Lo sappiamo bene in questa città presa di mira da uomini deviati da un Dio deformato. Proviamo sentimenti di pena, forse anche sentimenti di violenza, ma rimaniamo custodi di quello che è il cuore del Vangelo. La Parola di Gesù, forse difficile da comprendere, è: amate i vostri nemici. Significa volere che il cuore degli uomini e il nostro cuore, il cuore di ciascuno di noi sia un altro. Vi esorto quindi a tendere la mano, a non essere divisi, a non fare in modo che i nostri propositi possano esacerbare ancora di più i nostri sentimenti e spingere alla violenza”.
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