Gaza nella morsa dell’isolamento e del freddo. Il vice parroco: mancano anche acqua e cibo


Almeno 5.000 sfollati e diverse persone morte. E il bilancio provocato dal maltempo nella Striscia di Gaza. Nella regione palestinese la situazione si è ulteriormente aggravata da quando negli ultimi mesi sono stati distrutti, dalle forze egiziane, i tunnel attraverso cui passavano clandestinamente cibo e merci. Su questa emergenza, legata al maltempo, Antonella Palermo ha raccolto la testimonianza di padre Mario Da Silva, dell’Istituto del Verbo incarnato, vice parroco nell’unica parrocchia di Gaza:
R. – Abbiamo avuto veramente grandi disagi: una parte della città è stata totalmente inondata e abbiamo saputo di persone che hanno perso la vita per le piogge. La città è stata ferma per cinque giorni. Faccio solo un esempio: qui la parrocchia cattolica ha due scuole e in questi cinque giorni era impossibile accedere, non abbiamo avuto lezioni perché la gente non poteva uscire di casa.
D. A fronte di questa emergenza, ci sono stati episodi di solidarietà
R. Sì, anche perché il popolo palestinese è molto gentile in queste cose. Abbiamo visto, per esempio, le scuole specialmente quelle dellOnu che hanno aperto le porte per accogliere 500 persone evacuate dalle loro case.
D. Ci può raccontare la situazione che si vive nella Striscia di Gaza da sei mesi a questa parte?
R. Questi problemi degli ultimi giorni vanno a peggiorare, ancor di più, la situazione in cui viviamo da quando sono stati chiusi i tunnel, attraverso cui passava la merce anche clandestinamente. Passava la maggioranza della merce e del cibo tramite i tunnel nella frontiera tra Gaza e lEgitto. Quei tunnel sono stati distrutti; penso che ne rimangono pochissimi. Noi stiamo veramente vivendo una situazione molto difficile. Anche i prezzi ora sono altissimi: la spesa che facevamo sette mesi fa con 200/300 shekel, ora la paghiamo 600/700 addirittura. La cosa principale è che manca la benzina sia per le macchine, sia per lelettricità: prima avevamo, più o meno, 10 ore di elettricità al giorno. In questi sei mesi si sono ridotte a sei ore ed alcuni giorni addirittura a tre ore al giorno. La gente che vendeva carne o prodotti surgelati ha perso tutto. Poi manca anche lacqua. È veramente una situazione molto difficile in questi ultimi sei mesi per la chiusura del passo di Rafah, la frontiera tra lEgitto e Gaza.
D. Papa Francesco ha espresso il desiderio di visitare la Terra Santa lanno prossimo. Da voi quali reazioni?
R. Anche noi preghiamo tanto perché il Papa possa venire veramente. Per noi sarebbe una speranza molto grande: in primo luogo, perché lui insiste molto sul messaggio della pace; per noi sarebbe un beneficio molto grande; inoltre, dato che Papa Francesco sta guadagnando sempre più lamore e laffetto di tutte le persone non solo dei cristiani ma di tutte le religioni, per esempio, qui a Gaza tanti musulmani parlano con affetto di Papa Francesco la sua visita qui in Terra Santa sarebbe un grande aiuto per i cristiani e per noi cattolici che qui siamo in minoranza.
Testo proveniente dalla pagina
del sito Radio Vaticana