Parrocchia colpita. Ed è proprio a Zaitun che questa mattina, verso le ore 10.30, aerei israeliani hanno colpito e distrutto la casa delle Suore del Verbo incarnato, situata allinterno del compound della parrocchia cattolica della Sacra Famiglia. I danni sono ingenti e riguardano anche i locali della scuola attigua, racconta don Mario Cornioli, sacerdote del patriarcato latino di Gerusalemme, riportando parole del parroco di Gaza, padre Jorge Hernandez. La chiesa e la casa parrocchiale sono state risparmiate – aggiunge il sacerdote – anche se le vetrate sono andate in frantumi. Non si registrano feriti. Dentro la parrocchia si trovano circa 50 persone, il parroco, 29 bambini disabili, 9 donne anziane e le suore della Carità di Madre Teresa di Calcutta, rimaste al fianco di queste persone, impossibilitate a lasciare la struttura. Un bombardamento in qualche modo atteso, visto che dalla serata di ieri (28 luglio) lesercito israeliano aveva avvertito, via sms, i residenti del quartiere intimando loro di abbandonare le abitazioni. Purtroppo per coloro che vivono in parrocchia non è stato possibile fuggire – spiega don Cornioli – per loro lunico ricovero è rappresentato dalla parrocchia. Abbiamo passato una notte difficile, ma siamo qui. Questa guerra assurda, sono parole di padre Hernandez, continua a andare avanti. Dopo aver distrutto il quartiere di Shujayeh, ora prendono di mira quello di Zaitun. I miliziani di Hamas continuano a lanciare missili e poi si nascondono nei vicoli. E noi non possiamo fare assolutamente niente. Non possiamo evacuare, con i bambini è impossibile. Le loro famiglie vivono qui intorno. E può essere più pericoloso uscire che rimanere qui. Cerchiamo di stare nei luoghi più sicuri. Stiamo bene – dicono le suore Missionarie della Carità raggiunte al telefono dal Sir – continuiamo ad assistere le persone più anziane che sono con noi e i nostri bambini che soffrono tutti di ritardo mentale. Per motivi di sicurezza ci siamo spostati tutti al piano terra. Quando le bombe hanno colpito, eravamo nella chiesa. Al momento la piccola comunità di suore, a Gaza sono in quattro, i loro assistiti e il parroco non lamentano particolari problemi legati a cibo, acqua e medicine. Durante la tregua di 12 ore di qualche giorno fa abbiamo potuto fare un po di scorte – raccontano le religiose – il problema è lenergia elettrica che arriva solo per poche ore. Dal giorno in cui è scoppiato il conflitto le persone anziane che sono con noi non fanno altro che aspettare che tutto finisca. I nostri bambini, invece, a causa della loro disabilità non si rendono conto di cosa stia accadendo. Ora si trovano tutti in ununica stanza ma osservano i loro compagni non disabili, che invece sono terrorizzati da razzi, missili e boati. Noi siamo con loro giorno e notte e questo in qualche modo li tranquillizza. La nostra presenza per loro è sufficiente a farli stare sereni. In questo frangente non possiamo fare altro che pregare e sperare che tutto finisca presto.
Missione compiuta? E mentre le bombe continuano a mietere vittime – Save the Children ha denunciato che 1 palestinese su 4 ucciso nel conflitto è un bambino – la diplomazia segna ancora il passo. Si cerca di mediare una nuova tregua e un accordo complessivo ma fino ad oggi senza esito. Uno spiraglio potrebbe venire dalle dichiarazioni di unalta fonte militare israeliana secondo la quale gli obiettivi militari assegnati sono stati raggiunti. Ora spetta alla politica decidere se continuare. Stasera è prevista una nuova riunione di Gabinetto israeliano. Dal Cairo, infine, arriva la notizia che una delegazione di Hamas, Jihad islamica e Autorità palestinese starebbe cercando, con la mediazione egiziana, un accordo su una bozza di tregua. Fermare razzi e missili resta la priorità assoluta.
http://www.agensir.it/sir/documenti/2014/07/00291856_gaza_colpita_la_parrocchia_tutti_illesi_m.html