GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO
Il nazareno in moschea. E la Giordania diventa il Paese mediorientale campione del dialogo islam-cattolicesimo. Giordano è il principe Ghazi Bin Muammad Bin Talal, considerato in Vaticano uno fra gli interlocutori musulmani più affidabili. E giordano è limam di Madaba, città alle porte di Amman, Jamal Al Sufrati, che ha deciso di intitolare la sua moschea a Gesù. Figlio di Dio per i cristiani, profeta per i musulmani.
Si chiama «La moschea di Gesù Cristo» ed è la prima nel mondo musulmano contemporaneo ad essere intitolata al Messia dei cristiani. «Il mondo arabo è pieno di moschee che portano i nomi dei profeti tranne quello di Gesù. La moschea vuole portare un messaggio di convivenza e tolleranza», spiega l’imam spingendo più in là lo scontro di civiltà. Tre mesi fa Benedetto XVI aveva esortato in tv una donna musulmana della Costa D’Avorio a «far sentire la voce di Gesù, che anche lei crede come profeta». Ora nel nome di Cristo «uomo della pace» un ponte sostituisce un muro.
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