INDONESIA: DOVE LA CHIESA FA VIBRARE LA GIOIA DEL VANGELO
Padre Giuseppe Buono, del PIME, racconta la sua ultima esperienza missionaria
di padre Giuseppe Buono
ROMA, mercoledì, 12 settembre 2012 (ZENIT.org) – In Indonesia levangelizzazione è sempre nuova!: questa è stata laffermazione di mons. Ignatius Suharyo, arcivescovo di Giacarta, durante la visita che gli abbiamo reso il 16 agosto scorso regalandogli il mio libro: Tutta la Chiesa per la promozione della Nuova Evangelizzazione.
Sono tornato in Indonesia per la terza volta consecutiva, invitato a parlare della Nuova Evangelizzazione e dellAnno della Fede indetto da Benedetto XVI. Con me sono venuti mons. Gianfranco Todisco, vescovo di Melfi, il dr. Giuseppe Gorgoglione, neurologo alla Casa Sollievo della Sofferenza di san Giovanni Rotondo, e il dr. Crescenzo Liccardo, informatore scientifico a Napoli. Le tappe del nostro viaggio, iniziato a Roma il 13 agosto e terminato il 29 seguente, sono state la capitale Giacarta, lisola di Bali e lisola di Flores, chiaramente solo alcune località di queste isole, dove eravamo attesi per incontri e celebrazioni.
La Comunità Missionaria Giovanni Paolo II, unassociazione privata di fedeli laici e consacrati, iniziata da me il 1 gennaio 1995 per vivere la missione soprattutto con la contemplazione e la preghiera, secondo il magistero del beato Giovanni Paolo II, guidata da Yohana Halimah, laureata a Roma in missiologia e membro della direzione nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Indonesia, ha organizzato un programma, intenso e significativo per la nostra visita missionaria.
In ogni luogo siamo andati subito a salutare i vescovi. A Giacarta il primo che abbiamo salutato è stato mons. Antonio Guido Filippazzi, Nunzio apostolico in Indonesia. Era la festività dellAssunzione di Maria e lui ci ha intrattenuti in una cordiale conversazione sulla situazione della Chiesa in Indonesia invitandoci poi a pranzo. Notevole la testimonianza dei cattolici, che sono una sparuta minoranza, circa il 3% della popolazione, ma autentici nella vita di fede. Al Rappresentante del Papa abbiamo regalato il quadro su tela della Madonna del Rosario di Pompei, secondo la tradizione la prima presenza cattolica in Indonesia fu segnata da una cappella dedicata alla Vergine Maria.
Poi abbiamo visitato larcivescovo della capitale, che conta più di dodici milioni di abitanti, e anche con lui abbiamo parlato della Chiesa in Indonesia e dei problemi che vengono dallessere una minoranza in una quasi totalità islamica della popolazione: circa l80%. Cè lo sforzo per non far nascere tensioni anche se in questi ultimi tempi nel mondo islamico aumentano segni di intolleranza da parte di gruppi integralisti.
A Bali abbiamo incontrato il vescovo mons. Silvester San, che ha studiato a Roma, come larcivescovo di Giacarta, e ci parla della realtà dellisola che vede un continuo afflusso di turisti. A Bali la maggioranza della popolazione è di religione indù e levangelizzazione è sottolineata dallimpegno dellinculturazione del Vangelo. Un segno di questa realtà lo vediamo nellarchitettura delle chiese e delle sedi religiose che ripetono quelle induiste.
A Flores, lisola dove i cattolici sono quasi la maggioranza e vi sono quattro diocesi, incontriamo il vescovo di Maumere, mons. Kherubim Pareire, della Società del Verbo Divino, lIstituto missionario più presente in Indonesia con una lunga e ricca storia di attività evangelizzatrice. Con lui parliamo soprattutto della missionarietà della Chiesa cattolica in Indonesia, discorso che riprendiamo con larcivescovo di Ende, unaltra diocesi di Flores, che incontriamo nel seminario regionale: mons. Vincentius Sensi Potokota, che è anche il presidente della Commissione missionaria della Conferenza episcopale indonesiana.
La nostra domanda sullo spirito missionario della Chiesa indonesiana riceve la risposta nella realtà dellinvio di alcuni sacerdoti locali in altri paesi, come la Papua Nuova Guinea, mentre lIndonesia stessa è luogo di prima evangelizzazione. Su questo tema ci siamo intrattenuti anche con il rettore del Seminario maggiore S. Pietro di Maumere, mons. Edwaldus Martinus Sedu. Ai seminaristi ho donato la riproduzione del quadro della Madonna del Rosario di Pompei.
LIndonesia è larcipelago più grande del mondo con 13.000 isole ed è il quarto paese per numero di abitanti. La sua storia inizia verso il 400 con migrazioni malesi che creano i regni di Giava e Sumatra. Alla fine del XII secolo il paese viene islamizzato. Nel 1511 i portoghesi occupano Malacca, nel 1521 gli spagnoli le Molucche, quindi nel 1591 gli olandesi prendono possesso di tutto il territorio attraverso spedizioni commerciali. I secoli XVII e XVIII vedono continue rivalità tra spagnoli, portoghesi, inglesi e olandesi. Nel 1916 viene creato il Consiglio del Popolo, nel 1939 è adottata la bandiera dai colori rosso e bianco, come simbolo del popolo indonesiano, e il bahasa Indonesiadiventa la lingua nazionale. Il 17 agosto 1945 viene proclamata lindipendenza dellIndonesia.
La prima presenza cattolica in Indonesia è segnalata a Pancur, nel nord-ovest di Sumatra, nel VII secolo; nel IX secolo la presenza cattolica è a Giava. Nel 1323 cè la predicazione di Oderico da Pordenone a Giava, nel Borneo e a Sumatra. Nel 1534 i portoghesi portano il Vangelo nelle Molucche, che san Francesco Saverio visiterà nel 1546. Nel 1562 i Domenicani portano il Vangelo sulle isole di Timor e di Flores ma dal 1596, con larrivo degli olandesi calvinisti, che prendono possesso dellarcipelago, la religione cattolica viene proibita fino al 1807, che segna il ritorno dei missionari e la creazione della prima Prefettura Apostolica a Batavia (Giacarta).
Nel 1863 le missioni di Flores vengono affidate ai Gesuiti. Nel 1902 nascono nuove Prefetture Apostoliche; in seguito le regioni orientali vengono affidate al Missionari del Sacro Cuore, il Borneo e Sumatra ai Cappuccini, Nusa Taggara e Flores ai Missionari Verbiti. Nel 1926 cè la consacrazione del primo sacerdote indigeno e nel 1940 quella del primo vescovo. Tra il 1942 e il 1946, durante la Seconda Guerra mondiale, quasi tutti i missionari finiscono nei campi di concentramento. Nel 1950 viene eretta lInternunziatura Apostolica a Giacarta; nel 1955 nasce la prima università cattolica a Bandung; nel 1961 cè listituzione della Gerarchia cattolica. Attualmente la Chiesa cattolica in Indonesia conta cinque Province Ecclesiastiche, con 34 diocesi e un Ordinariato Militare.
Nel 1967 viene creato il primo cardinale indonesiano. Nel 1970 lepiscopato indonesiano emana le prime direttive che regolano il comportamento dei cattolici nella società indonesiana. Da parte sua il governo, nel 1978, emana due decreti: uno proibisce ogni propaganda religiosa per attirare conversione, laltro obbliga che ogni aiuto, sia materiale che di personale, deve ottenere il benestare del Ministero degli Affari Religiosi. A partire dal 1983 aumenta lostilità dei movimenti fondamentalisti musulmani contro le Chiese cristiane. Nello stesso anno la Chiesa cattolica invia per la prima volta propri missionari allestero, in Papuasia. Nel 1985 il governo non rinnova il Visto ai missionari già residenti in Indonesia; 700 di essi, sacerdoti e suore, sono costretti ad andare via, chi resta deve ottenere la nazionalità indonesiana.
Il 9 ottobre resta una data memorabile per la Chiesa e per tutta lIndonesia: Giovanni Paolo II visita Giacarta, Giava, Flores, Timor Orientale nel suo 44° viaggio apostolico. Nel 2005 la Chiesa cattolica celebra unAssemblea sul tema: Alzati e cammina. La Chiesa in Indonesia costituisce una nuova civica per la nazione. Dal 2011 si registrano nuove tensioni religiose tra cristiani e musulmani, soprattutto nelle Molucche.
Questa, in rapidissima sintesi, la storia della Chiesa cattolica in Indonesia, che ci ha commosso per laccoglienza e la fede gioiosa dimostrata nelle varie manifestazioni organizzate per noi.
A Giacarta abbiamo celebrato nella parrocchia di San Giuseppe, a Matram, e parlato ai fedeli sullAnno della Fede. Ancora a Giacarta, il giorno precedente il rientro in Italia, abbiamo partecipato a un singolare momento celebrativo su Giovanni Paolo II nella parrocchia di santa Chatarina a Kalvari Taman Mini. E davvero impressionante la devozione che nutrono i cattolici indonesiani per il beato Giovanni Paolo II.
Unaltra celebrazione singolare e solenne è avvenuta a Bali nella chiesa parrocchiale dello Spirito Santo di Babakan, a Denpasar, e ha riguardato il tema dellinculturazione del Vangelo. Danze e processione in perfetto stile balinese e poi le riflessioni sul tema così attuale oggi dellinculturazione del Vangelo. Unaltra celebrazione è avvenuta nella chiesa parrocchiale di San Francesco Saverio, a Kuta. Il tema ha trattato è stato quello della testimonianza della fede vissuta per la credibilità dellannuncio del Vangelo.
A Flores Maumere è stato memorabile lincontro e la celebrazione eucaristica con i 360 seminaristi, ai quali è stata ricordata che la natura missionaria della Chiesa esige, che soprattutto i sacerdoti, siano disponibili ad andare anche in altre nazioni per lannuncio del Vangelo. Ai seminaristi ho donato il quadro della Madonna del Rosario di Pompei. Di particolare commozione è stato poi lincontro con oltre trecento ragazzi della Pontificia Opera dellInfanzia Missionaria nella chiesa parrocchiale San Francesco di Assisi.
Lincontro era guidato dalle Suore del Santo Volto. Ovviamente abbiamo incontrato e ci siamo trattenuti con suore di altre Congregazioni che sono presenti in Italia. Queste solo alcune note di un viaggio missionario. La conclusione richiama lespressione dellarcivescovo di Giacarta allinizio della nostra esperienza missionaria: In Indonesia levangelizzazione è sempre nuova. E vero.
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