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IRAN – (11 Giugno 2021)

Il caso. Niente rinnovo del visto, suora italiana 75enne dovrà lasciare l’Iran


venerdì 11 giugno 2021
A suor Giuseppina Berti, che per 26 anni ha lavorato nel lebbrosario di Tabriz e che ora da pensionata vive ad Ispahan, non è stato rinnovato il visto e presto dovrà rimpatriare
Una suora italiana è stata espulsa dall'Iran

Una suora italiana è stata espulsa dall’Iran – Vatican Media

La settantacinquenne suor Giuseppina Berti, che per 26 anni ha lavorato nel lebbrosario di Tabriz e che ora da pensionata vive ad Ispahan nella casa della Congregazione delle Figlie della Carità, dovrà lasciare l’Iran nei prossimi giorni. Lo riferisce il portale Vatican News, aggiungendo che alla religiosa non è stato rinnovato il visto e ha dunque ricevuto il foglio di via.

Secondo l’agenzia Aki-Adnkronos International la suora italiana aveva il permesso di soggiorno scaduto da oltre un anno e quindi tecnicamente non è stata espulsa dall’Iran, ma dovrà comunque lasciare la Repubblica islamica. Restano da chiarire i motivi che hanno spinto le autorità iraniane a non rinnovare il permesso di soggiorno della suora che già da tempo sapeva di dover lasciare l’Iran malgrado avesse svolto per tanti anni un lavoro prezioso al fianco dei bisognosi. Probabilmente la suora ha ricevuto la notizia che è arrivato il momento di lasciare l’Iran, dove il rinnovo dei permessi di soggiorno non è automatico, anzi.

La sua partenza renderà difficile la permanenza dell’altra consorella, l’austriaca suor Fabiola Weiss, 77 anni, 38 dei quali dedicati ai poveri e ai malati del lebbrosario, alla quale invece il rinnovo del permesso di soggiorno è stato concesso per un altro anno.

Le due religiose, che hanno dedicato la vita ai malati del Paese, senza distinzioni di appartenenza religiosa o etnica, si vedono costrette ad abbandonare la casa della Congregazione, costruita nel 1937, scrive Vatican News.

A Ispahan, le Figlie della Carità si erano dedicate per anni all’istruzione e alla formazione dei giovani. Va ricordato anche il loro impegno a favore di centinaia di bambini polacchi, rifugiati e orfani di guerra, giunti in Iran nella primavera del 1942. Nella città, le religiose gestivano una grande scuola, confiscata poi dopo la Rivoluzione del 1979. Negli ultimi anni, le due religiose non svolgevano alcuna attività esterna, per evitare di essere accusate di fare proselitismo.

La casa delle suore è attualmente l’unica realtà della Chiesa cattolica latina a Ispahan e la loro cappella, costruita nel 1939 è sede della parrocchia ‘Vergine Potente’, che viene messa occasionalmente a disposizione dei visitatori per la celebrazione della Messa.

Con la partenza delle religiose si verrebbe a perdere definitivamente la presenza della Chiesa cattolica latina a Ispahan. Nella stessa città, nel 2016, era stata confiscata la casa dei padri Lazzaristi.

Il caso di suor Giuseppina, informa ancora l’Adnkronos, non riguarda in alcun modo la comunità degli italiani, ma potrebbe essere riconducibile alle tensioni nel Paese, che tra una settimana andrà al voto per le elezioni presidenziali. In Iran è un momento di transizione politica, di dibattito e dove la componente riformista al governo è sotto pressione.

La notizia giunge in parte inaspettata perché arriva a breve distanza dall’incontro del ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, con il Papa in Vaticano. Un incontro che lo stesso capo della diplomazia di Teheran aveva celebrato sui social per il buon esito.

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