Teheran vieta (di nuovo) l’ingresso delle donne negli stadi
Bloccata la partecipazione all’ultima partita di qualificazione al mondiale giocata ieri a Mashhad. Su 12.500 biglietti venduti online, almeno 2mila erano riservati alle donne. La protesta all’esterno dell’impianto per un diritto conquistato dopo una lunga lotta. Per il leader islamico locale la presenza femminile è “una volgarità”.
Teheran (AsiaNews) – Vanificando una battaglia di anni, e per la quale era morta anche una ragazza che si era data fuoco per protesta, le autorità iraniane hanno di nuovo vietato l’ingresso delle donne in uno stadio per assistere a una partita di calcio. Una pratica consueta dalla rivoluzione islamica del 1979, che ha di fatto eliminato l’universo rosa da tutte le competizioni in cui vi sono uomini a competere, a prescindere dall’evento sportivo sia esso di squadra o singolo.
Secondo quanto riferisce l’agenzia semi-ufficiale Isna, i funzionari governativi avrebbero bloccato la partecipazione delle donne all’ultima partita di qualificazione per i mondiali di calcio in Qatar 2022, in programma a fine anno. La compagine della Repubblica islamica si è assicurata nei mesi scorsi, prima fra le nazioni asiatiche, la presenza alla rassegna iridata. Peraltro nei mesi scorsi la Fifa, organismo che regola il calcio mondiale, aveva imposto la presenza delle donne negli impianti quale requisito per ammettere la partecipazione dell’Iran alla competizione.
Fonti locali affermano che su 12.500 biglietti venduti online, almeno 2mila erano stati riservati alle donne per una partita giocata con il Libano nella città nord-orientale di Mashhad e che si è conclusa per due reti a zero a favore dei padroni di casa. Un video che circola sui social media mostra centinaia di tifosi che cantano “siamo contrari”, in risposta alla decisione di vietare loro di partecipare alla partita. Al momento non si vi sono note ufficiali che chiariscono quale autorità o istituzione abbia preso la decisione. Il sito Khabaronline ha riferito in tempo reale che “a fronte della vendita dei biglietti, alle donne non è concesso l’ingresso nello stadio”.
Ahmad Alamolhoda, nominato dalla guida suprema l’ayatollah Ali Khamenei leader della preghiera del venerdì a Mashhad, si è sempre detto contrario alla presenza di donne in qualità di spettatrici nelle competizioni sportive maschili. Al riguardo, egli ha più volte difinito tale partecipazione una “volgarità”. Il capitano della squadra Alireza Jahanbakhsh, in un‘intervista post-partita, ha detto che sarebbe bello vedere le donne negli stadi in futuro perché “amano anche vedere vincere la squadra”.
Nel 2019, per la prima volta da decenni, in occasione della finale di Asian Champions League centinaia di iraniane hanno potuto assistere a Teheran alla partita fra il Persepolis e i nipponici del Kashima Antlers. Lo scorso gennaio oltre 2mila donne hanno varcato i cancelli dello stadio Azadi per assistere alla partita con l’Iraq, che ha sancito la qualificazione al mondiale.
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