Teheran installa nuove e più potenti centrifughe per arricchire l’uranio
Lo rivela un rapporto dell’Aiea. Se attivati i macchinari aumentano di 5 volte la produzione di materiale fissile. Fra pochi giorni i colloqui fra Iran e 5+1 in programma per il 26 febbraio in Kazakhistan.
Teheran (AsiaNews/ Agenzie) – L’Iran installa un nuovo sistema di centrifughe nella centrale nucleare di Natanz (nel centro del Paese) in grado di aumentare la produzione di materiale fissile. Lo rivela un rapporto riservato dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). La notizia giunge a pochi giorni dai colloqui sul nucleare fra Teharan e Paesi del 5+1 (Germania, Cina, Stati Uniti, Regno Unito e Russia) in programma per il prossimo 26 febbraio ad Almaty in Kazakhstan.
Secondo il documento, il 6 febbraio la centrale ha installato centrifughe IR-2m, molto più potenti rispetto alle IR-1 presenti nell’impianto. Esse però non sarebbero ancora attive.
Una volta in funzione i nuovi macchinari aumenterebbero di 5 volte la capacità di produrre uranio arricchito al 20%. Al momento la Repubblica islamica dichiara di possedere 167 kg di materiale fissile, utilizzato soprattutto per ricerche scientifiche e mediche. Tuttavia Israele e altri Stati occidentali accusano Teheran voler costruire ordigni nucleari. Per produrre una bomba atomica servono circa 240 kg di uranio arricchito. L’Iran ha ripreso la sua produzione di uranio nel mese di dicembre, ma fino l’ha utilizzato solo come carburante per alimentare gli impianti ad energia nucleare.
L’Aiea teme la costruzione di un ordigno bellico. A destare sospetti è la ristrutturazione del sito militare di Parchin, ufficialmente in fase di dismissione, ma che in realtà potrebbe essere abilitato ad ospitare test missilistici. A tutt’oggi Teheran nega l’accesso agli ispettori dell’Agenzia. Nel corso di una recente ispezione alla centrale nucleare di Bushehr, i funzionari iraniani hanno dichiarato che il reattore di Parchin è stato smantellato.
Per Vali Nasr, preside alla Johns Hopkins University’s School of Advanced International Studies di Washington ed ex consulente del segretario di Stato Hillary Clinton, l’occidente sta sbagliando approccio. Il rinnovo delle sanzioni e il boicottaggio delle banche iraniane, molte della quali estranee ai progetti nucleari del presidente Mahmoud Ahmadinejad, hanno portato i colloqui fra 5+1 e la Repubblica islamica a un punto morto. Non riuscendo a vendere petrolio l’Iran è costretto a ricorrere all’energia nucleare per evitare un imminente collasso economico. “L’unico modo per superare questa situazione – spiega – è prendere sul serio la via diplomatica. Essa è una strada difficile, ma necessaria per ottenere dei risultati. Gli Stati Uniti devono iniziare a negoziare in modo concreto, ed eventualmente revocare parte le sanzioni, in modo da spingere Teheran ad abbassare al 5% il livello di arricchimento dell’uranio e verificare la reale produzione di energia elettrica”.
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