Sako: a Pasqua cristiani, musulmani, ebrei uniti contro una ‘devastante’ guerra
Nel messaggio per la festa il primate caldeo sottolinea il “momento pericoloso” che potrebbe sfociare in un conflitto mondiale. L’invito a personalità politiche e religiose all’uso dei “mezzi diplomatici” per scongiurare ulteriori escalation. Il ritorno dei cristiani alle celebrazioni della festa, dalla piana di Ninive a Baghdad.
Baghdad (AsiaNews) – Il mondo attraversa un “momento pericoloso” che potrebbe portare a una “devastante guerra mondiale” con “pesanti ripercussioni” sull’intero “processo politico”. Il momento pasquale diventa così occasione per invitare “tutti i credenti” cristiani, ebrei e musulmani (che celebrano in questo tempo il Ramadan) a guardare “alla tragedia in Ucraina e nei Paesi del Medio oriente”, alla loro “umiliazione” per trovare nuove vie di pace. È quanto scrive il primate caldeo, card Louis Raphael Sako, nel messaggio a sacerdoti e fedeli della comunità in Iraq e nel mondo, in occasione della Pasqua. Nella missiva, il porporato invita “presidenti, autorità religiose e l’intera società” a usare “mezzi diplomatici” e non conflitti per “risolvere i problemi” e fermare “la produzione di armi letali”.
Per i cristiani iracheni sarà una Settimana Santa di rinascita, dopo gli anni bui della guerra, delle emigrazioni, delle violenze perpetrate dallo Stato islamico (SI, ex Isis) e dalle chiusure imposte nei due anni precedenti per la pandemia di Covid-19. E un primo momento di festa comunitaria si è registrato la domenica delle Palme, con funzioni gremite e folle di migliaia di persone come non se ne vedevano da tempo. Sia a Baghdad, che nella piana di Ninive dove si registra un lento, ma costante ritorno delle famiglie un tempo fuggite a causa dei jihadisti. A testimonianza di un cristianesimo ancora vivo nella regione. “Ogni fedele in Dio, e i cristiani in particolare, devono respingere – osserva il card. Sako – la logica fondata su ‘guerra-morte’, perché si scontra con la logica dell’amore, della pace e della vita”. Di seguito, il messaggio del patriarca caldeo:
Le celebrazioni della Pasqua ci ricordano, quest’anno più che mai, l’amore di Dio per l’umanità. La sua vicinanza e la sua grande misericordia verso tutti noi, mediante la resurrezione di Cristo, che è l’affermazione suprema di un futuro migliore e della salvezza dell’umanità, che procede attraverso i suoi insegnamenti. La sua resurrezione giunge “per risplendere su quelli che giacciono in tenebre e in ombra di morte, per guidare i nostri passi verso la via della pace” (Luca 1,79).
La resurrezione di Gesù è fonte di consolazione e di speranza per noi. Inoltre, essa è “fondamento” di resurrezione per tutti quanti credono in Lui. In ultima istanza, il suo Vangelo è un messaggio di speranza, e ricorda a noi tutti quanti cose importanti vi sono nelle nostre vite. La passione di Cristo è una nuova nascita, una gloriosa resurrezione, e istituzione di una nuova congregazione (Chiesa).
La resurrezione è un invito a entrare in una nuova era, e un nuovo patto, in cui ciascuno ama il prossimo in modo sincero, e collabora con entusiasmo e imparzialità, per essere sempre presente accanto all’altro, seguendo l’esempio dei discepoli di Gesù, il cui amore li ha uniti al risorto e a condividere ciò che hanno ricevuto in modo gratuito.
Mi domando perché i valori spirituali cristiani stiano scomparendo in gran parte delle nostre società. Cosa ne abbiamo fatto degli insegnamenti di Cristo, che ci ha invitato ad amarci in modo reciproco, compresi i nostri nemici? Cosa ne abbiamo fatto dei valori della fraternità, della pace, della stabilità e del rispetto e del bene comune? È una vergogna questo progressivo impoverimento della nostra spiritualità. Perché le nostre società, in special modo quelle occidentali, hanno abbandonato i valori cristiani?
La Chiesa deve lavorare sodo per ripristinare questi valori in modo che il nostro mondo possa godere di pace, sicurezza, giustizia in uno spirito di amore. La Chiesa dovrebbe riflettere la luce del Vangelo sull’attualità che modella la vita delle nostre società. Altrimenti, rimarrà “pigra e fuori uso”.
I fedeli di tutte le religioni dovrebbero interagire con ogni essere umano, a prescindere dalla sua religione, etnia o nazionalità, per raggiungere una comprensione e una collaborazione fraterna, dando seguito alle parole di Cristo quanto afferma che “siete tutti fratelli”, una frase che si riflette nel messaggio di papa Francesco secondo cui “Siamo tutti fratelli”, incoraggiandoci a edificare un mondo nuovo e una nuova civiltà che difenda la fraternità umana, la dignità umana e il rispetto reciproco.
Ogni fedele in Dio, e i cristiani in particolare, devono respingere la logica fondata su “guerra-morte”, perché si scontra con la logica dell’amore, della pace e della vita.
I presidenti, le autorità religiose e l’intera società dovrebbero lavorare duramente per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina, per risolvere i problemi attraverso mezzi diplomatici più che combattere. Basta guerre, vittime, dolore, distruzione, migrazione, povertà e malattie. Dovrebbe esserci una fine per la produzione di armi letali in ogni luogo. Non è “naturale” che un tale atto così malvagio crei un senso di colpa che provoca disturbo nelle coscienze dei funzionari politici del mondo intero? Perché ogni persona onesta avrebbe rigettato questo inferno.
Stiamo attraversando un “momento pericoloso” che potrebbe portare a una devastante guerra mondiale (Dio non voglia) e che avrà pesanti ripercussioni sull’intero processo politico. Pertanto, invito tutti i credenti, i cristiani e i musulmani – i quali stanno attualmente digiunando per il Ramadan – e gli ebrei a guardare alla tragedia in Ucraina e nei paesi del Medio oriente, alla loro umiliazione e al “devastante” smantellamento del suo bellissimo mosaico.
Infine, per quanto riguarda l’Iraq, il nostro amato Paese: le forze politiche devono assumersi la responsabilità nazionale nell’adottare il linguaggio del dialogo e della comprensione reciproca, che è l’unico modo per uscire dal preoccupante “blocco politico” e giungere alla formazione di un governo nazionale capace di riforme reali il prima possibile. Perché i nostri cittadini sono sempre più stanchi ed esausti.
Auguriamoci che la luce che emana dalla tomba di Gesù illumini le nostre menti e i nostri spiriti, in modo che possiamo risorgere con Cristo e lasciare che i nostri sensi umani godano “una volta nella vita” di libertà, solidarietà e fraternità.
Auguro a tutti voi una Pasqua benedetta e pace sulla terra!
* Cardinale patriarca di Baghdad dei caldei
Il testo originale e completo si trova su: