IRAQ – (22 Dicembre 2016)

Iraq: Messaggio di Natale del patriarca caldeo Sako

Celebrazione del Natale a Erbil - AFP

Celebrazione del Natale a Erbil – AFP

Fra i timori sollevati dalle guerre in Siria e Iraq e, più in generale, in tutti i confitti del Medio Oriente che finiscono per colpire anche civili e bambini, il Natale “ricorda l’importanza della pace e il suo estremo bisogno”. È quanto sottolinea il patriarca caldeo mar Louis Raphael Sako, nel suo messaggio di Natale ai fedeli e ripreso dall’agenzia AsiaNews. Quando lo spirito di vendetta e di ira “scompare dai nostri cuori”, aggiunge il prelato, sentiamo davvero “lo spirito natalizio, che vuol dire vivere all’insegna della carità e della gioia”. 

La festa è una occasione “per offrire una vita nuova e un futuro migliore”
La storia di Gesù Cristo, avverte mar Sako, “è la storia del Dio incarnato per noi, per essere come noi, di modo che possiamo essere felici”. La festa è una occasione “per offrire una vita nuova e un futuro migliore”, come ricorda anche lo stesso Papa Francesco che esorta i cristiani a essere agenti di pace e a mettere fine a tutti i conflitti. 

Il dramma dei rifugiati di Mosul e della piana di Ninive
Il Paese e l’intera regione mediorientale sono preda di guerre, attentati, divisioni che rischiano di innescare un clima di conflitto permanente. Vi è poi anche il dramma dei rifugiati di Mosul e della piana di Ninive, che da ormai due anni e mezzo attendono di tornare nelle loro case e nelle loro terre, depredate dai jihadisti dello Stato Islamico. 

Leader politici, istituzionali e religiosi chiamati a costruire uno Stato civile forte
Serve operare per dar vita a un “autentico e armonioso accordo” per la riconciliazione nazionale del Paese, sia a livello di “governo centrale che delle autorità regionali del Kurdistan”. Ecco dunque che i leader politici, istituzionali e religiosi sono chiamati a “costruire uno Stato civile forte”, che sappia rivoluzionare il sistema educativo che, in molti casi è esso stesso foriero di una ideologia fondamentalista.  A questo si aggiunge la lotta alla “mentalità tribale” che prevede la “vendetta” per sanare i disaccordi, sostituendola con una “cultura aperta” che si basi su valori umani e morali autentici e integrati alla società su cui è fondata. Per Natale e il Capodanno, prosegue il primate caldeo, “vi invito a intensificare le vostre preghiere” per la fine delle violenze e delle sofferenze. 

Il ringraziamento del patriarca per coloro che hanno aiutato l’Iraq
“Vorrei esprimere in questa occasione – afferma il prelato – la mia gratitudine a tutti colore che hanno aperto le braccia per aiutare gli sfollati e alleviare le loro sofferenze, in particolar modo il governo regionale curdo, le organizzazioni caritative legate alla Chiesa e la società civile. Voglio inoltre ringraziare l’esercito irakeno e i Peshmerga e tutte le componenti del Paese che si sono adoperato per la liberazione delle terre occupate dallo Stato islamico”. 

Incoraggiamento a impegnarsi nelle attività umanitarie, educative, sociali, sanitarie e politiche
Infine, il patriarca caldeo incoraggia i fedeli a impegnarsi nelle attività “umanitarie, educative, sociali, sanitarie e politiche”, per contribuire alla “diffusione della tolleranza, della collaborazione, del rispetto reciproco, in un contesto di unità e pluralismo”. “Vi assicuro – conclude mar Sako il suo messaggio di Natale – che la nostra Chiesa non risparmierà alcuno sforzo per collaborare con le autorità religiose musulmane, la società civile, le organizzazione e tutte le persone di buona volontà, per sostenere questo progetto promettente”. (R.P.)

Il testo originale e completo si trova su:

http://it.radiovaticana.va/news/2016/12/22/iraq_messaggio_di_natale_del_patriarca_caldeo_sako/1280954

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