IRAQ – (30 Giugno 2017)

Iraq: esercito riconquista moschea Mosul. Focsiv: ora rientro sfollati

La moschea Al Nuri di Mosul - AFP

La moschea Al Nuri di Mosul – AFP

E’ la fine del “falso” Stato islamico. Così il primo ministro dell’Iraq, Haidar al Abadi, ha annunciato la riconquista da parte delle truppe di Baghdad delle rovine della moschea Al Nuri, nel cuore di Mosul. Fu proprio da lì, infatti, che nel luglio del 2014 Abu Bakr al Baghdadi decretò la nascita dell’autoproclamato Califfato, dopo che le milizie jihadiste si erano impossessate di Mosul, Tikrit e gran parte della regione occidentale di Al Anbar. Giada Aquilino ha intervistato Abdul Jabbar Mustafa Fatah, rappresentante in Iraq della ‘Federazione degli organismi cristiani – Servizio internazionale volontario’, la Focsiv, che opera nei campi fuori Mosul:

R. – Il sedicente Stato Islamico (Is) presentava la moschea di Mosul come un simbolo della conquista, dell’occupazione di Mosul ed era anche il suo quartier generale a Mosul. Proprio ieri sera il primo ministro iracheno, che è anche il capo di Stato maggiore, ha annunciato che l’esercito iracheno ha potuto riconquistare la moschea di Al Nuri. Per questo ha proclamato la fine dell’occupazione dell’Is a Mosul, però “con prudenza”: nel centro della città ancora ci sono milizie dell’Is che sparano.

D. – Che notizia è per la popolazione? In alcune zone appunto ancora si combatte: ci sarebbero migliaia di persone intrappolate…

R. – Sì, ci sono tantissime persone che sono intrappolate nella zona dove si combatte ancora. Sono rimaste alcune migliaia di abitanti, che vengono usate come scudi umani in questa zona al centro della città.

D. – La popolazione di Mosul dove si trova? Nei campi fuori la città?

R. – Nella parte est, che è stata totalmente liberata 5 – 6 mesi fa, la vita è più che normale: quasi il 95 per cento della popolazione sfollata è rientrata. Invece, nella parte ovest, la popolazione vive ancora nei grandi campi di Khazir e Hassan Sham, mentre il resto si trova in alcuni campi a sud di Mosul.

D. – Qual è la situazione di questi campi? Cosa serve?

R. – A queste persone servono prima di tutto cibo, medicinali, acqua e visto che siamo al di sopra di 45 gradi all’ombra servono la luce, l’elettricità, per avere un po’ di aria condizionata. Queste sono le prime necessità.

D. – Come Focsiv è impegnata in questo momento?

R. – Focsiv è impegnata in modo particolare per fornire il cibo, l’acqua, anche un po’ di latte per i bambini. Continuamente cerchiamo di fornire pure cibo secco, pacchi di riso, lenticchie per la distribuzione alla popolazione.

D. – Una previsione: che fase si vive della guerra?

R. – Siamo appena appena nella fase della vittoria militare sull’Is, quindi la liberazione della città di Mosul. Questa è la prima fase. Però le fasi più difficili cominciano adesso, in modo particolare il rientro degli sfollati e la ricostruzione. Per questa ci vorrà del tempo: mancano i servizi, mancano le abitazioni, le scuole, l’acqua, la luce… Ci vorrà del tempo.

Il testo originale e completo si trova su:

http://it.radiovaticana.va/news/2017/06/30/iraq_esercito_riconquista_moschea_mosul/1322318

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