Papa Francesco condanna il ‘vile’ attentato al premier iracheno
In un messaggio a firma del card. Parolin il pontefice esprimine “vicinanza nella preghiera” ad al-Kadhimi e ai feriti. E rinnova la solidarietà alle massime istituzioni del Paese per perseguire “la via della pace”. Le forze di sicurezza irachene hanno arrestato tre persone legate all’attacco, membri di una “fazione sciita armata”.
Baghdad (AsiaNews) – “Vicinanza nella preghiera a voi e alla vostra famiglia e ai feriti”, unita alla condanna ferma per un “vile atto di terrorismo”. È il messaggio inviato al primo ministro iracheno Mustafa Al-Kadhimi da papa Francesco, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, in seguito “all’attacco alla vostra residenza a Baghdad”. Il pontefice rinnova dunque la solidarietà all’Iraq e alle sue massime istituzioni, dopo l’attentato del 7 novembre scorso che ha preso di mira l’abitazione del capo del governo. Una vicinanza rafforzata dagli incontri passati e dalla storica visita ufficiale compiuta nel marzo scorso nel Paese arabo.
Il papa esprime “ancora una volta la fiducia che, con la benedizione di Dio onnipotente, il popolo dell’Iraq sarà confermato nella saggezza e nella forza” per perseguire “la via della pace” attraverso “il dialogo e la solidarietà fraterna”. Parole non scontate e che confermano, una volta di più, la vicinanza della Santa Sede del papa stesso ai passi compiuti dal governo e dal premier nella direzione della riconciliazione fraterna dopo anni di violenze politiche, etniche e confessionali.
Un messaggio rilanciato con forza ieri ad AsiaNews dallo stresso patriarca caldeo, il card. Louis Raphael Sako, secondo cui l’attentato mira a “bloccare” il progetto di un Iraq forte, di uno Stato “basato sulla legge, sulla cittadinanza, sull’ordine e la giustizia”. Oggi, intanto, giunge notizia dell’arresto da parte delle forze di sicurezza irachene di tre persone legate al tentativo di assassinio del premier al-Kadhimi. A riferirlo è un funzionario governativo a Russia Today, il quale non fornisce però ulteriori indicazioni sull’identità dei fermati e il loro ruolo nell’attacco, nel quale sono rimaste ferite alcune guardie del corpo. Alcune voci non confermate affermano che le tre persone arrestate apparterrebbero a una “fazione sciita armata” vicina all’ Iran. In precedenza lo stesso primo ministro aveva affermato di “conoscere bene” identità e matrice dei responsabili.
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