IS/OCCIDENTE – ( 3 Settembre )

Decapitazioni Is. Introvigne: vuole scatenare attacco occidentale

Obama ammonisce l’Is: faremo giustizia

 

E’ autentico il video della decapitazione del secondo ostaggio americano ucciso nell’arco di due settimane dai jihadisti del sedicente Stato Islamico (Is): il 31enne freelance Steven Sotloff. A stabilirlo sono stati esperti della Casa Bianca dopo un attento esame delle immagini. “Non ci faremo intimidire” è stato il commento del presidente Usa Barack Obama, che ha aggiunto “faremo giustizia”. Non cederemo mai al terrorismo, è stato invece il commento del premier inglese David Cameron. Sul Regno Unito pesa ora la sorte di un altro ostaggio mostrato nel video dell’Is e di nazionalità britannica. Unanime è stata la condanna internazionale per un video drammatico e orribile e che, a giudizio dello studioso Massimo Introvigne, non vuole far altro che provocare la reazione occidentale. Ascoltiamolo al microfono di Francesca Sabatinelli:

R. – Se leggiamo le pubblicazioni dello Stato Islamico e del califfo Ibrahim, come ora si fa chiamare il suo leader al Baghdadi, comprendiamo la logica terribile di quello che sta succedendo, perché per l’Is è molto importante la propaganda ed è molto importante differenziarsi da altri gruppi della galassia dell’Islam politico radicale.

D. – Lei ha sottolineato che, a dispetto di ciò che si dice nei video, e cioè che questi omicidi, questi brutali assassinii vengano condotti perché Obama continua nella sua politica di raid, in realtà ciò che l’Is vuole è che ci sia un attacco occidentale …

R. – Assolutamente sì! Questi video vogliono precisamente indurre gli occidentali a condurre degli attacchi contro l’Is. Uno potrebbe dire: ma l’Is è dissennato! Nessuno vuole essere attaccato dagli Stati Uniti o dall’Europa! Ma l’Is ha una sua narrativa. Il califfo Ibrahim si presenta come il primo califfo legittimo dell’islam sunnita dopo l’abolizione del califfato nel 1924; anche il titolo della sua rivista – “Dabiq” – fa riferimento a un detto del Profeta, secondo cui a Dabiq, che è una piccola città della Siria, ci sarà uno scontro finale, apocalittico tra i musulmani e i cristiani, gli occidentali. Tutta la retorica apocalittica del califfo suona più o meno così: “Musulmani, dovete essere uniti” – sunniti, intende sempre, lui – “intorno a me che sono il califfo, perché io vi guiderò nello scontro finale previsto dalla nostra religione” –  che ha previsto anche la vittoria – “contro gli occidentali crociati, i cristiani”.

D. – Ma a questo punto, quindi, se si dovessero coinvolgere i Paesi dell’area, quindi altri Paesi musulmani, in un possibile attacco, cambierebbe qualcosa?

R. – Io penso che cambierebbe tutto e che in questo senso siano molto sagge le parole del Santo Padre e della Segreteria di Stato, a proposito del carattere necessariamente multilaterale di un’iniziativa contro l’Is. Io leggo multilaterale nel senso che siano coinvolte le istituzioni internazionali e soprattutto che se saranno inviate truppe sotto l’egida dell’Onu o di una qualche coalizione di volenterosi, queste truppe non siano composte esclusivamente da Paesi di tradizione e di maggioranza cristiana, ma ci siano anche dei non cristiani, degli asiatici; ma l’ideale sarebbe che ci fossero anche dei musulmani. Perché se l’attacco militare è condotto all’insegna di una multilateralità che vede impegnate contro il califfato anche truppe di Paesi di tradizione non cristiana e preferibilmente di Paesi musulmani, ecco che si toglie un’arma forse decisiva, certamente molto importante, alla retorica e alla propaganda del califfato. E per il califfato, la retorica e la propaganda sono la ragion d’essere: infatti, quali sono le truppe del califfato? In massima parte sono musulmani raccolti un po’ in tutto il mondo, Occidente compreso, tramite la propaganda.

 

Il testo completo si trova su:

http://it.radiovaticana.va/news/2014/09/03/violenze_is_introvigne_vuole_scatenare_attacco_occidentale/1105832

 
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