Israele. Scontri a Gerusalemme Est: morti due palestinesi
Gli scontri in corso a Gerusalemme (Lapresse)
Disordini e scontri si stanno verificando a Gerusalemme, mentre migliaia di fedeli musulmani si sono radunati nelle strade intorno alla Spianata delle moschee per pregare e protestare contro le nuove limitazioni imposte da Israele all’accesso nella zona sacra. Secondo il Jerusalem Post alla Porta di Giaffa, uno degli accessi alla Città vecchia, sono scoppiate violenze tra fedeli e forze di sicurezza. Gli agenti hanno disperso i dimostranti con i gas lacrimogeni. Vicino alla Porta di Damasco l’atmosfera è tesa, con i fedeli “sempre più agitati all’arrivo delle autorità che immediatamente hanno infiammato la folla”, scrive Jerusalem Post.
La polizia ha respinto un tentativo di superare con la forza i blocchi di sicurezza installati alla porta, e gli agenti sono stati bersagliati di pietre. Secondo la polizia, l’ordine è stato ripristinato poco dopo. Disordini anche a Qalandiya, a nord di Gerusalemme, dove circa 400 palestinesi hanno lanciato pietre contro le forze di sicurezza a un posto di blocco. Testimoni citati dai media internazionali hanno riferito che la polizia israeliana ha usato contro i palestinesi gas lacrimogeni e proiettili di gomma.
Il ministero palestinese della sanità, citato da media locali, ha riferito che un palestinese è stato colpito a morte nel corso di disordini verificatasi nel rione di Ras el-Amud, a Gerusalemme Est. Nel primo pomeriggio un’altra vittima palestinese, sempre nella parte orientale di Gerusalemme. Inoltre ventinove persone sono state curate per aver inalato lacrimogeni e quattro hanno riportato ustioni. Scontri anche nei quartieri di Aisariya e Abu Dis. In totale sarebbero quasi 200 le persone ferite, una parte delle quali gravemente, negli incidenti seguiti alla preghiera del venerdì.
Secondo l’ambasciatrice di Palestina in Italia, Mai Alkaila, Israele ha oggi posto Gerusalemme in un vero “stato d’assedio”. L’ambasciatrice ha denunciato “la temporanea chiusura ai fedeli musulmani della Spianata delle Moschee e l’installazione agli ingressi principali da parte delle forze di occupazione di metal detector” che vengono però boicottati dai palestinesi su istruzione del Waqf, l’ente per la custodia dei beni islamici. “Il tentativo di Israele di trasformare il conflitto politico, causato dalla occupazione della nostra terra, in conflitto religioso – ha detto ancora Alkaila – costituisce un grande rischio per la stabilità dell’intera regione“. Dopo l’attacco di venerdì 14 luglio, la polizia aveva chiuso gli accessi alla Spianata delle moschee per due giorni e cancellato le preghiere del venerdì alla moschea al-Aqsa.
Domenica le autorità israeliane avevano riaperto il complesso, ma dopo aver cominciato a installare metal detector per controllare i fedeli musulmani. In risposta alle nuove misure, che i musulmani considerano un cambiamento dello status quo, sono iniziati nuovi disordini sia nell’area sia in vari quartieri di Gerusalemme Est. Il governo israeliano ha fatto sapere che non ritirerà i metal detector installati a tre ingressi della Spianata delle moschee.
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