Negoziati israeliani e palestinesi: entro nove mesi un accordo di pace




Il clima di riavvio delle trattative, ferme da tre anni, non poteva non essere che di estrema prudenza. E positivo che non sia stato polemico; volto al futuro da parte israeliana, il ministro Tzipi Livni ha detto che non si deve rivangare il passato, ma creare soluzioni. Volto invece ad acquietare un generale scetticismo e laperta ostilità di fondamentalisti di Hamas, al potere a Gaza, da parte del palestinese Saeb Erekat. Il presidente Obama, che li ha avuto ospiti a cena alla Casa Bianca, dopo il primo incontro organizzato dal segretario di Stato John Kerry, lartefice della ripresa del dialogo, ha chiesto buona fede e ricerca di compromessi ragionevoli nel periodo di gestazione dei negoziati fissato in nove mesi. Essi devono ora tracciare un piano graduale, una sorta di road map, per la disamina e si spera la soluzione di tutti i ben noti problemi sul tappeto, che in passato si sono rivelati inconciliabili. In tale contesto si colloca il gesto di buona volontà del primo ministro israeliano Netanyahu, fortemente contrastato da gran parte dellopinione pubblica, di rilasciare 104 detenuti palestinesi con le mani macchiate di sangue in attentati terroristici, in quattro tappe, condizionate dai progressi nelle trattative.
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