ISRAELE/TEL AVIV – ( 21 Novembre )

CRISI IN MEDIO ORIENTE
 
Tel Aviv, bomba su bus

Il Papa: stop a violenza

 
 
La crisi di Gaza non si sblocca. La cronaca della giornata, sempre più drammatica.

16.10 –  Il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon ha detto di appoggiare la richiesta che sarà presentata il 29 novembre alle Nazioni Unite dall’Autorità nazionale palestinese di riconoscere “la Palestina come stato-non membrò dell’organizzazione.
“È arrivato il momento – ha sottolineato oggi nell’incontro con il presidente Abu Mazen, prima di volare al Cairo – per la creazione di uno stato palestinese sui confini del ’67 che possa vivere in pace con Israele”.

14.30 – Almeno quattro persone sono rimaste uccise oggi in due attacchi aerei  separati condotti da Israele nel nord della striscia di Gaza. Nel primo attacco, nella via Saftawi, sono rimasti uccisi un padre con due figli (un maschio e una femmina). Nel secondo, nella località di Beit Hanun, è morta una persona finora non identificata.

12.36 – Secondo Hamas, l’attentato di Tel Aviv rappresenta “la naturale reazione all’aggressione israeliana di Gaza”.

11.58 – ll presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani ha ammesso che l’appoggio di Teheran a Gaza è anche “militare”. Lo riferisce l’agenzia iraniana Fars. Lo stesso Larijani, secondo l’agenzia, ha inoltre esortato i Paesi arabi a fare altrettanto.

11.40 – La polizia di Tel Aviv sta setacciando la zona circostante il posto dove è avvenuta l’esplosione, nella sensazione che un attentatore si trovi ancora nelle immediate vicinanze. Un elicottero della polizia sorvola la città. Secondo le prime valutazioni, un ordigno sarebbe stato piazzato in una borsa all’interno dell’autobus. L’attentato non ha provocato morti.

Ore 11.30 – Esplosione a Tel Aviv. Secondo la polizia si è verificata su un autobus che percorreva il King Shaul Boulevard di Tel Aviv. Otto i feriti.

Ore 10 – Il posticipo della richiesta all’Onu di accreditare come stato non membro l’Autorità nazionale palestinese, prevista per il 29 novembre. Questa l’indicazione che il segretario di stato Usa Hillary Clinton ha avanzato al presidente Abu Mazen, incontrato oggi a Ramallah. Una proposta respinta al mittente. “Porteremo lo stesso la nostra richiesta all’Onu di accredito della Palestina come stato non membro, nonostante l’indicazione del segretario di stato Usa” ha detto il capo negoziatore dell’Olp Saeeb Erekat.

Ore 8.30 – Le trattative per arrivare a una tregua a Gaza continuano, ma nel frattempo bombe e razzi continuano a cadere. “Durante la notte abbiamo colpito il ministero della Sicurezza interna a Gaza, uno dei principali centri di controllo e comando di Hamas” ha annunciato l’esercito israeliano su Twitter aggiungendo di aver “preso di mira anche un compound della polizia, usato come nascondiglio militare per le riunioni di alti esponenti” del movimento radicale palestinese, ma anche come “centro di comunicazione e sito di lancio di razzi” contro Israele.

Nelle operazioni della notte, prosegue l’esercito, colpiti anche “un alto responsabile di Hamas per la difesa aerea e altri terroristi”. “In tutto, oltre 100 siti terroristici sono stati colpiti, di cui circa 50 erano siti sotterranei di lancio di razzi”.

Fonti mediche hanno aggiornato nelle ultime ore il bilancio delle vittime a 139. Il numero dei feriti supera il migliaio. I bombardamenti sono giunti dal cielo, dal mare e dall’artiglieria. Un importante edificio di governo è stato letteralmente raso al suolo. Colpite anche tubature di combustibile che passavano sotto al confine fra Egitto e Gaza. Per lunghe ore la Striscia è rimasta immersa in un’ oscurità totale.

I palestinesi hanno reagito. Sono cinque i razzi lanciati stamattina in direzione di Ashkelon, nel sud di Israele. Lo riferisce Ynet. Tre di questi sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome. Non sono state segnalate vittime.

 
 
 
 
 
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