Kurdistan al voto per il referendum. Ankara va avanti con il muro
di Francesca Sabatinelli
Il Kurdistan iracheno va alle urne per l’indipendenza da Baghdad e si scatena l’offensiva dei Paesi vicini. La Turchia, che definisce la consultazione ‘priva di base e di legittimità legale’, ha rafforzato i controlli alla frontiera terrestre, smentendo però che sia stata chiusa. Ankara ha chiuso l’accesso a veicoli e camion che arrivano dal Kurdistan , ha annunciato sanzioni in coordinamento con Baghdad, e il Presidente Erdogan ha minacciato di bloccare le esportazioni di petrolio come rappresaglia. A chiudere i confini, via aria e via terra, è stato invece l’Iran, anch’esso in appoggio al governo centrale iracheno.
La questione curda è all’origine del muro che separerà la Turchia dalla Siria, fortemente voluto dal Presidente Erdogan. La barriera, costituita da blocchi di cemento, è già stata terminata per oltre 730 chilometri, ora ne restano un centinaio. Lorenzo Marinone, analista del Ce.Si. Centro studi internazionali
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