LIBANO – (12 Novembre 2020)

Caritas Libano: a tre mesi dalle esplosioni, una ‘crisi profonda’ psicologica e materiale

La capitale e il Paese colpiti al cuore, continua la conta dei danni a case, scuole, chiese e ospedali. Il dramma dell’incidente negli incubi notturni, diversi bambini hanno perso la parola. P. Michel Abboud: Aiutiamo 5mila famiglie e stiamo ricostruendo 800 abitazioni. Fondamentale il sostegno dei libanesi della diaspora, ma servono altri aiuti.

Beirut (AsiaNews) – Allo “shock iniziale” che è seguito alla doppia esplosione, oggi a distanza di cento giorni è subentrata “una crisi profonda”, che è al tempo stesso psicologica e materiale. Adesso “è come essersi risvegliati” e vedere che “tutto è perduto”. È quanto racconta ad AsiaNews p. Michel Abboud, presidente di Caritas Libano, che descrive una situazione critica non solo nel cuore della capitale, Beirut, ma in tutto il Paese “colpito a livello di case, scuole, chiese, ospedali” e che “necessita di aiuti, mentre si domanda come poter continuare”.

A oltre tre mesi dalle devastanti esplosioni di inizio agosto a Beirut, in un contesto di emergenza che continua, la situazione resta precaria e i bisogni molteplici. Un incidente che ha causato 204 morti, oltre 6.500 feriti e più di 300mila persone senza tetto, nel contesto di un bilancio che a distanza di tempo resta provvisorio. A questo si somma la profonda crisi economica e finanziaria, acuita dalla pandemia di coronavirus che ha messo in ginocchio la sanità, mentre le istituzioni faticano a sostenere la ricostruzione in assenza da oltre un anno di un governo stabile.

“Caritas Libano – sottolinea il presidente – e altre ong sul campo proseguono nell’opera di ricostruzione delle case, sono migliaia ancora da sistemare. Poi vi sono gli aiuti da garantire alle famiglie in difficoltà, attraverso la distribuzione di cibo, di medicine che si trovano con sempre maggiore difficoltà”. Il Paese attraversa una “grave crisi medica”, anche a causa dell’emergenza Covid-19 che ha saturato gli ospedali oggi in piena emergenza.

In questo contesto continua la conta dei danni: le perdite per l’arcivescovado maronita di Beirut sono nell’ordine delle decine di milioni di dollari. Tre chiese già danneggiate ai tempi della guerra civile (1975-1990), e sottoposte negli anni seguenti a restauro, sono da ricostruire. Si tratta della cattedrale di san Giorgio, nel centro città, la chiesa di sant’Elia a Kantari e la chiesa di san Marone a Saïfi, dove ogni anno il 9 febbraio si celebra la messa ufficiale del santo patrono. Hanno subito pesanti danni anche la chiesa di Sant’Antonio da Padova, non lontano dall’epicentro dell’esplosione, e la chiesa di san Michel anch’essa in una zona che ha subito enormi devastazioni.

In una nota, l’arcivescovado della capitale afferma che “prima delle chiese della città, della scuola e dell’università La Sapienza, mons. Boulos Abdessater ha dato la priorità ai parrocchiani e agli abitanti della città. Sono le loro case che sono state ristrutturate per prime”. E in un contesto che permane di profonda criticità, a pagare un prezzo elevato sono le famiglie e i bambini i quali necessitano di un sostegno continuo, non avendo un riparo e non potendo godere appieno del diritto allo studio. Per questo, avvertono gli esperti, fornire un contributo a livello psicosociale è “cruciale” per permettere alle vittime e a quanti hanno subito traumi di ricostruire la propria esistenza.

“Anche da un punto di vista psicologico – conferma p. Michel – le sofferenze sono enormi: ci sono tanti bambini che hanno perduto la parola, iniziano a emergere problemi in molte mamme. Non sono infrequenti i racconti di incubi notturni, di gente che sogna ancora le esplosioni. Per questo abbiamo avviato un programma di sostegno psicologico, ma siamo solo agli inizi”. La sola Caritas Libano garantisce aiuti a 5mila famiglie, attraverso pacchi alimentari e medicine e sta provvedendo alla ristrutturazione di circa 800 case. “Vi è molto da fare, per questo ogni contributo è bene accetto. In questo senso è stato prezioso l’aiuto fornito dai libanesi della diaspora, dai tanti benefattori che vivono all’estero e hanno aiutato i nostri poveri. L’incidente ha lasciato un segno profondo nei nostri corpi, ma è stata anche occasione di aiuto, sostegno e solidarietà cristiana”.

In vista dell’inverno, lo stato di bisogno è destinato a continuare e ad aumentare. “Ecco perché – conclude il presidente di Caritas Libano – lancio un appello perché continuiate ad aiutarci. Da un punto di vista medico, perché servono farmaci, sotto il profilo alimentare perché serve il cibo, e poi nell’opera di ricostruzione delle case. Oltre all’aspetto, non meno importante, dei danni psicologici subiti dalle vittime. Queste persone hanno il diritto di essere sostenute”.

A sostegno della popolazione di Beirut e del Libano, in appoggio alla Caritas Libano, AsiaNews ha deciso di lanciare la campagna “In aiuto a Beirut devastata”. Coloro che vogliono contribuire possono inviare donazioni a:

– Fondazione PIME – IBAN: IT78C0306909606100000169898 – Codice identificativo istituto (BIC): BCITITMM –

Causale: “AN04 – IN AIUTO A BEIRUT DEVASTATA”

Il testo originale e completo si trova su:

http://www.asianews.it/notizie-it/Caritas-Libano:-a-tre-mesi-dalle-esplosioni,-una-‘crisi-profonda’-psicologica-e-materiale–51572.html

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