LIBANO/SIRIA – ( 18 Marzo )

Caccia siriani bombardano zona al confine con il Libano



Per la prima volta aerei siriani hanno bombardato una zona al confine con il Libano: si tratta di un’area abitata da popolazioni sunnite, da cui, secondo Damasco, arriverebbero armi all’opposizione siriana. Intanto, il bilancio di domenica in Siria è di almeno 80 morti, la maggior parte a Damasco e provincia, secondo gli attivisti dell’Osservatorio nazionale per i diritti umani. Tra questi anche quattro bambini, tre donne e 22 ribelli che militano nelle truppe del Free Syrian Army. Stando ai numeri ufficiali pubblicati dalle Nazioni Unite, dall’inizio del conflitto, nel 2011, sarebbero morte più di 70 mila persone. Sempre nella giornata di domenica, i ribelli siriani, secondo le dichiarazioni dei comandanti, si sarebbero impossessati, dopo cinque giorni di assedio, di una zona dell’intelligence militare a sud della pianura di Hauran, vicino alle alture del Golan, occupate da Israele, dopo aver intensificato gli attacchi nella regione strategica che si estende fino alla periferia di Damasco. Stando alle loro affermazioni, l’obiettivo degli attacchi ad ovest di Hauran è di aprire un nuovo fronte per combattere Assad e di garantire una via di rifornimento nelle prossimità ovest e sud di Damasco. Novità anche dal fronte diplomatico. La Coalizione nazionale è riunita da oggi a Istanbul per formare un governo ed eleggere un premier ad interim, in grado di assicurare dei servizi alle persone che ora vivono nelle parti del Paese controllate dalle forze dei ribelli. Nonostante la volontà espressa, non è detto che l’iniziativa abbia buon esito. Infatti, due precedenti tentativi di formare un governo di questo tipo sono falliti a causa delle divisioni interne alla coalizione. Molti dicono però che ora nell’opposizione si sente la necessità di un’unificazione, poiché la ritirata delle forze governative ha aumentato la porzione di territorio sotto il controllo dei ribelli, che ora comprende gran parte della città più grande della Siria, Aleppo, e un capoluogo di provincia, Raqqa. Attualmente, per ragioni pratiche, le guarnigioni locali del ribelli o i consigli delle comunità amministrano villaggi e quartieri, cooperando poco gli uni con gli altri. Molti di questi sono attualmente senza acqua corrente e con poca elettricità. Dodici candidati sono stati nominati per la carica di primo ministro, che saranno eletti da una coalizione formata da 73 membri. Non è ancora chiaro quando si voterà e chi saranno i candidati finali. Attualmente, le figure preminenti sembrano essere tre: Assad Mustapha, ex ministro dell’Agricoltura, l’economista Osama Kadi e Ghassad Hitto, già manager operante nel settore delle telecomunicazioni. (V.C.)

Ultimo aggiornamento: 19 marzo

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del sito Radio Vaticana
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