LIBANO/SIRIA – ( 22 Giugno 2016 )

LIBANO-SIRIA

Gregorio III ai vescovi melkiti “ribelli”: Non do le dimissioni sotto pressioni illegali e ingannevoli

Fady Noun

Al sinodo greco-cattolico che doveva tenersi due giorni fa è mancato il quorum, con l’assenza di 10 vescovi. Essi accusano il patriarca di aver dissipato il patrimonio fondiario della Chiesa. Lo scandalo dei fedeli. La Congregazione delle Chiese orientali spinge al dialogo.

 

Beirut (AsiaNews) – Il patriarca greco-cattolico Gregorio III Laham ha annunciato ieri sera che egli non darà le dimissioni dal suo seggio patriarcale sotto la pressione di alcuni vescovi ribelli che hanno boicottato il sinodo che doveva aprirsi due giorni fa il 20 giugno a Aïn Trez (Monte Libano), sede estiva del patriarcato. Egli ha confermato per una data prossima- con ogni probabilità in ottobre – il sinodo annuale della Chiesa.

Su 22 vescovi in carica, solo 10 si sono presentati alla riunione, che aveva bisogno di almeno 12 presenze. I vescovi assenti coalizzati contro il patriarca, che hanno disertato il sinodo, sono considerati “in aperta ribellione”.

Fra i prelati che boicottano il sinodo, la figura più nota è quella dell’arcivescovo di Beirut, mons. Cyrille Bustros (77 anni). Egli ed altri esigono le dimissioni del patriarca Gregorio III (83 anni), che accusano di dilapidare il patrimonio della Chiesa greco-cattolica. Il patriarca si difende definendo “ingannevoli” tali accuse.

Mesi fa, i vescovi coalizzati hanno inviato una lettera alla Congregazione delle Chiese orientali domandando la stessa cosa, ma la Congregazione, guidata dal card. Leonardo Sandri non ha appoggiato la richiesta, dicendo che non poteva essere arbitro in questa disputa, esigendo dai vescovi la partecipazione al sinodo e ricordando che nessuno può costringere un patriarca a dare le dimissioni. Gregorio III, da parte sua, ha invitato i vescovi che gli sono ostili a esporre le loro critiche “nella trasparenza e carità” durante il sinodo. Purtroppo, la loro assenza all’apertura del raduno mostra la loro volontà di condurre fino in fondo la prova di forza.

“Aperta ribellione”

Ieri sera, ritornando sugli avvenimenti degli ultimi due giorni, e preoccupato dei sentimenti della sua comunità scandalizzata dalle accuse, il patriarca ha pubblicato un secondo comunicato in cui egli afferma che non darà le dimissioni sotto pressione. E condannando con severità i vescovi contestatori, Gregorio III sottolinea che la loro assenza dal sinodo è un “caso di aperta ribellione” che contraddice alle disposizioni del diritto canonico delle Chiese orientali (104).

Il patriarca precisa pure che la Congregazione delle Chiese orientali è stata chiara sulla questione delle funzioni patriarcali, sottolineando che “la sede patriarcale è considerata vacante solo in caso di morte del patriarca o di rinuncia della sua carica” (n. 126) e in nessun altro caso.

Nel comunicato, Gregorio III afferma: “Considero il boicottaggio dei lavori del sinodo da parte di qualche vescovo come un atto di aperta ribellione ecclesiastica contro l’autorità patriarcale e quella della Congregazione delle Chiese orientali (Roma), come pure contro una chiara disposizione del diritto canonico… Esigere le dimissioni incondizionate del patriarca è una condotta irresponsabile, non ecclesiale e illegale, e ha provocato un’ondata di collera, proteste, dubbie perplessità fra i fedeli. Proprio questa grave situazione ci ha spinti a pubblicare questo comunicato esplicativo, nella preoccupazione di proteggere le coscienze e i sentimenti dei nostri figli, clero e laici, come pure la dignità della nostra Chiesa, a tutti i livelli… Io non darò le dimissioni, e non cederò davanti a pressioni illegali e ingannevoli. Io rimango al servizio della mia Chiesa”.

Il patriarca ha anche precisato che il sinodo sospeso potrebbe tenersi nel prossimo ottobre e ha incoraggiato alcuni contatti di mediazione per rendere possibile la riunione.

Il testo originale e completo si trova su:

http://www.asianews.it/notizie-it/Gregorio-III-ai-vescovi-melkiti-“ribelli”:-Non-do-le-dimissioni-sotto-pressioni-illegali-e-ingannevoli-37836.html

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