LIBIA – ( 20 Luglio 2015 )

La crisi

Ore di attesa per i 4 italiani rapiti in Libia
 
 

 

 
 
​Il gasdotto Eni Greenstream di Mellitah in Libia

 

Quattro cittadini italiani, dipendenti di una società di costruzioni, sono stati rapiti in Libia vicino a un insediamento di Eni nella zona di Mellitah, ha annunciato oggi il ministero degli Esteri in una nota. Si tratta di tecnici che lavorano presso alcuni impianti petroliferi per attività di sviluppo, trasporto e manutenzione.


Mellitha si trova nel nord-ovest del paese, fra Tripoli e il confine tunisino.

La Farnesina informa che i quattro sono dipendenti della società Bonatti di Parma, e che l’unità di crisi è in contatto sia con i familiari che con la ditta. “Come noto in seguito alla chiusura dell’ambasciata d’Italia in Libia il 15 febbraio, la Farnesina aveva segnalato la situazione di estrema difficoltà del paese invitando tutti i connazionali a lasciare la Libia”, conclude la nota del ministero.

Secondo l’agenzia di stampa locale “Afrigate”, i 4 italiani sarebbero stati “prelevati” domenica sera a Zuaia, città sotto il controllo delle milizie islamiste che appoggiano il governo di Tripoli, “mentre stavano rientrando dalla Tunisia”. Gli italiani potrebbero essere stati sequestrati da miliziani armati vicini a Jeish al Qabali, l’Esercito delle tribù, ostili a Fajr Libia, secondo il corrispondente di Al Jazeera a Tripoli, che cita fonti militari. Fajr Libya è la coalizione di miliziani filo-islamici che detiene il controllo di Tripoli.

L’azienda non fornisce commenti. Il sito web della Bonatti indica che nella zona di Mellitah sono in corso diversi progetti in collaborazione con Eni, Snamprogetti e Greenstream.

Per il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni “è sempre difficile dopo poche ore capire la natura e i responsabili” del rapimento. “Nella zona ci sono anche stati dei precedenti. Per ora ci dobbiamo attenere alle informazioni che abbiamo e ottenerne di altre” ha detto a margine di una riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue oggi a Bruxelles, precisando che l’Unità di crisi della Farnesina sta lavorando con urgenza.

L’ipotesi che si possa trattare di una ritorsione contro l’Italia per il suo ruolo attivo alla ricerca dell’accordo fra le fazioni in lotta nel Paese nordafricano “non mi sembra molto fondata”, ha aggiunto Gentiloni. Quanto a una possibile matrice jihadista del rapimento, con un
coinvolgimento del Califfato islamico, ha risposto: “Non sappiamo”.

La procura di Roma ha aperto un’inchiesta; il pm Sergio Colaiocco procede per il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo. Il
magistrato ha dato incarico ai carabinieri del Ros di svolgere i primi accertamenti per ricostruire quanto accaduto.

La Bonatti spa è un general contractor internazionale che ha sede a Parma. Offre, spiega il sito istituzionale della azienda, servizi di ingegneria, costruzione, gestione e manutenzione impianti per l’industria dell’energia. Ha sussidiarie o associate in Arabia Saudita, Egitto, Algeria, Kazakhstan, Austria, Messico Canada, Mozambico e Libia. Bonatti opera in 16 nazioni: Algeria, Austria, Canada, Egitto, Francia, Germania, Iraq, Italia, Kazakhstan, Messico, Mozambique, Romania, Arabis Saudita, Spagna, Turkmenistan e appunto Libia.

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Il testo originale e completo si trova su:

http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/libia-rapiti-4-italiani-azienda-bonatti.aspx

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