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LIBIA – (8 Aprile 2019)

Libia. Tripoli lancia la controffensiva. «Evitare la guerra civile»


Redazione Internet lunedì 8 aprile 2019
Almeno 21 i morti nel fine settimana, 32 dall’inizio dell’offensiva del generale Haftar. Il premier Conte riferirà giovedì in Parlamento

Milizie di Misurata dirette a Tripoli (Ansa)

Milizie di Misurata dirette a Tripoli (Ansa)

È di 21 morti e 27 feriti il bilancio della battaglia per Tripoli iniziata nel fine settimana e che si combatte ormai una decina di chilometri a est della capitale. Dall’inizio dell’offensiva del generale Khalifa Haftar contro la capitale libica almeno 32 persone sono state uccise, di cui 14 nelle fila dell’Esercito nazionale libico di Haftar, e 50 ferite. L’Onu ha chiesto invano un cessate il fuoco di due ore per evacuare civili e feriti dalla periferia sud di Tripoli.

Il premier Fayez al-Sarraj, riconosciuto dalla comunità internazionale, accusa il rivale, il generale Khalifa Haftar che controlla la Cirenaica, di «tradimento» e di tentato golpe. «Abbiamo teso le nostre mani verso la pace», ha dichiarato in tv, «ma dopo l’aggressione da parte delle forze di Haftar e la sua dichiarazione di guerra contro le nostre città e la nostra capitale non troverà nient’altro che forza e fermezza». Intanto l’Ufficio dell’Onu per i diritti umani rende noto che negli ultimi quattro giorni, almeno 2.200 persone sono fuggite a causa dei combattimenti in corso a sud di Tripoli.

Sarraj ha fatto scattare l’operazione “Vulcano di rabbia” per contrastare Haftar con l’aiuto degli uomini di “Bunian al Marsus”, la coalizione di milizie che nel 2017 ha sconfitto il Daesh a Sirte. Il contrattacco è stato lanciato verso il distretto di Giofra, dove si trovano le forze dell’autoproclamato Esercito nazionale libico. L’aviazione governativa ha bombardato le forze di Haftar nella zona dell’aeroporto internazionale di Tripoli, chiuso dal 2014, e a Wadi Rabea. Jet del generale hanno risposto con un bombardamento aereo a Naqliya camp, sulla strada dell’aeroporto.

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Il premier Giuseppe Conte ha chiesto di scongiurare un bagno di sangue: «La Libia è un dossier che seguo personalmente da tempo», ha ricordato domenica a margine di Vinitaly a Verona, «già nella conferenza di Palermo si era evidenziata l’esigenza di prevenire l’escalation di violenza. Adesso si sta manifestando. Confido che il generale Haftar, col quale sono costantemente in contatto, voglia evitare bagni di sangue». Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, il Presidente del Consiglio ha dato la disponibilità a svolgere un’informativa urgente sui recenti accadimenti in Libia nella seduta dì giovedì 11 aprile, alle ore 15.

Da Dinard, in Francia, i ministri degli Esteri del G7 hanno chiesto a tutte le parti coinvolte di interrompere immediatamente ogni azione militare e ogni ulteriore movimento verso Tripoli, ribadendo che «non esiste una soluzione militare». Dopo il ritiro del contingente militare statunitense, il segretario di stato Pompeo chiede «l’immediata cessazione del fuoco, non esiste soluzione militare alla crisi».

Nella capitale sotto assedio le scuole resteranno chiuse per tutta la settimana. Gli abitanti stanno cominciando a fare scorte di benzina e prodotti di prima necessità nei supermercati. A causa della situazione di incertezza, gli Usa hanno richiamato un proprio contingente dalla Libia mentre alcuni diplomatici americani hanno lasciato Palm City, a una ventina di chilometri da Tripoli.

Per ora l’inviato Onu per la Libia, Ghassan Salamè, ha confermato la Conferenza nazionale sulla Libia in programma dal 14 al 16 aprile a Ghadames, nel sud-ovest del Paese, «a meno che circostanze considerevoli non ce lo impediscano». La conferenza di Ghadames dovrebbe mettere a punto una roadmap per far uscire il Paese dal caos in cui è piombato dopo la caduta del regime di Gheddafi del 2011.

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Il testo originale e completo si trova su:

https://www.avvenire.it/mondo/pagine/libia-haftar-tripoli-sarraj

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