MALAYSIA – (12 Luglio)

Edmund Bon: Bersi 2 non è la primavera araba, ma vogliamo elezioni giuste e pulite

Edmund Bon, avvocato del Malaysia Center for Constitutionalism and Human Rights e sostenitore del Bersih 2.0, spiega il valore della manifestazione di oltre 70 mila persone a Kuala Lumpur lo scorso 9 luglio. “Pulizia” delle liste elettorali dei votanti e una campagna elettorale più lunga. Ma queste piccole correzioni sembrano mettere in crisi il partito Umno, da 56 anni al potere. In 30 città del mondo manifestazioni a sostegno del Bersih 2.0.

Kuala Lumpur (AsiaNews) – “No, no, no: l’enorme manifestazione che abbiamo tenuto lo scorso 9 luglio non è la ‘primavera araba’ della Malaysia”. Si schermisce così Edmund Bon, cattolico, avvocato del Malaysia Center for Constitutionalism and Human Rights (Mcchr) e sostenitore di Bersih 2. Bersih 2 è il nome dato da un gruppo di ong alla grande manifestazione da loro organizzata lo scorso weekend, a cui hanno partecipato oltre 70 mila persone.

L’imponente dimostrazione – soffocata dalla polizia con lacrimogeni e 1600 arresti – ha alcune similarità con quelle scoppiate in Africa del nord e Medio oriente: vi hanno partecipato persone di tutti i ceti, di tutte le etnie, di tutte le religioni – cristiani, musulmani, indù, tribali… Ma a differenza di quelle del Medio oriente, “qui si è mossa tutta la classe media e i nostri scopi non erano quelli di far cadere una dittatura: la Malaysia non ha una forte dittatura, né un’alta percentuale di disoccupati. Il motivo che ci ha spinto a manifestare è spingere il Comitato elettorale a preparare elezioni pulite”.

Edmund Bon – che offre sostegno legale della Bersi 2 – fa l’elenco delle contraddizioni in cui naviga il Comitato elettorale: vi sono persone che votano due volte; liste di votanti con nomi di defunti; famiglie a cui si assegnano 100 nomi e 100 schede elettorali… “Noi – dice ad AsiaNews – chiediamo che finiscano tutte queste irregolarità”.

“Un’altra cosa che chiediamo – continua – è che il Comitato elettorale dia tempo sufficiente per la campagna elettorale: finora esse sono durate 4-5 giorni dall’indizione delle elezioni. Ovviamente, questo avvantaggia chi ha già in mano il potere. Noi chiediamo che la campagna elettorale sia lunga almeno 15 giorni, per dare a tutti la possibilità di rendersi conto di cosa votare e dare a tutti il tempo di organizzarsi”.

“Le nostre richieste – precisa ancora Bon – non sono trascendentali, enormi: vogliamo solo che si faccia pulizia delle irregolarità elettorali”. L’avvocato spiega che tali richieste sono quelle che le organizzazioni internazionali di monitoraggio cercano di attuare durante le elezioni nel mondo. “Esse – continua – sono più o meno le stesse fatte nel 2007, quando abbiamo tenuto la Bersih 1, la prima nostra manifestazione. Allora abbiamo incontrato i membri del Comitato elettorale, abbiamo stilato un accordo sui passi da fare… ma poi non si è fatto nulla!”.

La manifestazione non aveva come scopo di far cadere il governo, ma di criticarlo: con questo sistema elettorale, dal 1956 il partito Umno e la sua coalizione del BN (Barisan Nasional) ha sempre vinto le elezioni. “La BN – conclude Bon – è il governo più longevo al mondo. Solo nelle ultime elezioni ha ridotto il suo potere e in cinque Stati della confederazioni ha vinto l’opposizione”.

L’avvocato del Mcchr tiene a precisare che gli organizzatori della Bersih 2 sono le ong e non i partiti. Essi hanno invitato tutti i partiti a partecipare, ma si è presentata solo l’opposizione. Fra essi vi era Anwar Ibrahim, leader del Pkr, insieme ad altri partiti dell’opposizione.

La manifestazione ha un valore di urgenza perché le prossime elezioni dovrebbero essere organizzate entro il 2013. In questi anni la BN ha perso sempre più voti, soprattutto nel mondo giovanile, ed è possibile che con queste correzioni alle elezioni perda ancora di più.

Forse è per questo che polizia e governo hanno dapprima frenato e poi soppresso il flusso imponente di folla. Giorni prima, la polizia ha fermato migliaia di persone per non farle arrivare a Kuala Lumpur; alla vigilia ha arrestato alcuni manifestanti; nel giorno della grande dimostrazione ha bloccato strade, lanciato gas lacrimogeni, cannoni ad acqua, e disperso la folla con manganelli e arresti accusando gli oltre 70 mila di compiere una manifestazione “non autorizzata”.

Il premier Najib Razak ha espresso la sua insoddisfazione verso il raduno bollandolo come “caos”. Ma che così tante persone abbiano sfidato la polizia e gli ostacoli, dice molto dell’ira che cova nel cuore degli elettori. Intanto, in almeno 30 città del mondo si stanno organizzando (o sono già avvenute) manifestazioni a sostegno del Bersih 2 in Paesi come l’Australia, il Giappone, la Francia, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Sudcorea e Taiwan.


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