Elezioni nelle Maldive: quasi scontata la vittoria di Abdulla Yameen, amico della Cina
La tornata presidenziale si svolgerà il 23 settembre. L’opposizione presenta un candidato sconosciuto. La Cina continua a espandere la sua influenza commerciale.
Malè (AsiaNews/Agenzie) – Consolidamento di un regime autoritario e oppressivo delle libertà religiose e civili e un avvicinamento sempre più deciso alla Cina. È la strada su cui si avviano le Maldive alla vigilia delle elezioni presidenziali, che si terranno domenica 23 settembre. Nell’arcipelago appare sempre più scontata la rielezione dell’attuale capo di Stato Abdulla Yameen Gayoom, molto amico di Pechino con cui ha siglato una serie di accordi commerciali nel piano della “Belt and Road” (la nuova Via della Seta cinese).
La tornata elettorale si svolgerà in un clima di mancanza quasi totale di opposizione, grazie anche ad una serie di arresti effettuati nei mesi scorsi durante una crisi costituzionale. In quei giorni Yameen ha dichiarato lo stato d’emergenza e messo a tacere il dissenso della magistratura ritenuta ostile e degli avversari politici vicini all’ex presidente.
Lo sfidante Ibrahim Mohamed Solih è sostenuto da una coalizione di partiti d’opposizione, ma è un candidato semi-sconosciuto alla politica e non ha mai ricoperto ruoli di rilievo. In molti ritengono che sia più che altro un fantoccio nelle mani dell’ex presidente in esilio Mohamed Nasheed, primo ed unico presidente democraticamente eletto del paradiso turistico nel 2008, destituito da un colpo di Stato nel 2012.
Diversi osservatori internazionali e giornalisti stranieri non hanno ricevuto il visto per entrare nel Paese, nonostante i loro nomi compaiano nella lista di quelli accreditati da parte della Commissione elettorale. Tra gli esclusi, gli inviati di Le Figaro, AFP, New York Times e Devirupa Mitra, vicedirettrice e corrispondente dall’India di The Wire, che lamenta su Twitter che nessun giornalista indiano coprirà l’evento.
L’India è proprio lo spettatore più interessato della tornata presidenziale, data la sua ambizione a sfidare l’egemonia cinese nell’Oceano indiano e il tradizionale sostegno che ha fornito a Nasheed. Intanto la Cina prosegue con la concessione di prestiti e l’edificazione di grandi infrastrutture d’appoggio alla nuova Via della Seta. Il 18 settembre è stata inaugurata una nuova “pista” di 3,5 chilometri che collega il Velana International Airport alla capitale Malè (v. foto 2). Denominato il “ponte dell’amicizia sino-maldiviana”, per la sua costruzione Pechino ha speso 200 milioni di dollari.
Osservatori internazionali evidenziano la mancanza di libertà civili e democratiche, che con una rielezione di Yameen potrebbero essere negate ancora di più. Inoltre nell’arcipelago non c’è spazio per la libertà religiosa: sugli atolli vige la sharia (la legge islamica) e l’islam sunnita è la religione di Stato.
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