MEDIO ORIENTE – ( 17 Marzo )

Il cardinale Tauran ad Al Jazeera: lo scontro di civiltà è scontro di ignoranza. Basta violenze contro i cristiani


Le vicende dei cristiani in Medio Oriente e le prospettive della primavera araba. Lo status dei Luoghi santi e il presunto scontro di civiltà tra cristianesimo e islam. Sono temi di assoluta attualità quelli che il cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha affrontato nell’intervista, di grande eco mediatica, realizzata dalla tv araba Al Jazeera. Alessandro De Carolis sintetizza in questo servizio i principali contenuti dell’intervista, in onda a più riprese tra oggi e lunedì prossimo sulle frequenze dell’emittente di Doha:RealAudioMP3 

La schiettezza è la cifra dell’intervista del cardinale Tauran davanti al microfono del giornalista saudita, che gli rivolge una lunga serie di domande. Al Jazeera vuol dire dozzine di milioni di telespettatori islamici. E dunque il bisogno di mettere in chiaro una volta di più cosa la Chiesa pensi di chi si appropria il nome di Dio per creare barriere ideologiche e fomentare l’odio interreligioso, ovvero il brodo di coltura del radicalismo armato. Il cardinale Tauran è cristallino nel tacciare di “ignoranza” chi predica lo scontro di civiltà:

R. – “You are right to say that…
Lei è ha ragione quando afferma che in Europa c’è paura dell’Islam ma credo che sia dovuto all’ignoranza, perché quando si parla a questa gente – e ho parlato con tante persone che appartengono a gruppi di destra – ci si rende conto che non hanno mai aperto un Corano e che non hanno mai incontrato un musulmano. Quindi, come ho detto, dobbiamo fare un grande sforzo per informare. Siamo riusciti a evitare lo scontro di civiltà, possiamo riuscire a evitare uno scontro dell’ignoranza”. 

Le minoranze cristiane che vivono in posti dove è l’islam il credo più diffuso sono i primi a pagare lo scotto di certi estremismi. Mezzo milione se n’è andato dall’Iraq (ma per la Santa Sede sono almeno 800 mila), un migliaio è stato ucciso in Nigeria dal 2009 a oggi, senza contare la catena di omicidi e violenze che ha fatto vittime fra i cristiani copti in Egitto e altrove:

R. – “A coordinated campaign, I don’t know…
Non so se ci sia una campagna organizzata, ma sicuramente aprendo i giornali si può vedere che in Iraq i cristiani vengono uccisi e così in Medio Oriente. Ogni giorno, ci sono notizie di questo tipo e non si può negare che essi siano il bersaglio di un certo tipo di opposizione. Qualche volta (…) i cristiani hanno la sensazione di essere cittadini di seconda classe, nei Paesi dove i musulmani sono la maggioranza”.

Tuttavia, c’è altro. C’è quello che il Papa ripete sempre quando parla di Medio Oriente, di Terra Santa: rispetto e integrazione. Così, anche da Al Jazeera viene irradiato l’ennesimo appello alla fraternità, venato di sano realismo:

R. – “Well, Christians in the Middle East first of all…
I cristiani del Medio Oriente condividono il destino dei popoli di quella regione. Certo, dove non c’è pace naturalmente la gente non è a suo agio e soffre. Per me, la grande tentazione per i cristiani del Medio Oriente è quella di emigrare per il fatto che il processo di pace non sta andando avanti, e perché essendo madri o padri di famiglia hanno dei bambini da crescere”.

Un Medio Oriente senza cristiani, afferma esplicitamente il porporato, sarebbe una “catastrofe”, con i Luoghi Santi ridotti a “musei”. Luoghi che quindi vanno preservati a ogni costo nella loro dimensione storico-spirituale, insieme con le comunità ecclesiali che vivono intorno ad essi:

R. – “First of all, there is a spiritual solidarity…
Prima di tutto, c’è una solidarietà spirituale, attraverso la preghiera e anche la carità. C’è un’azione diplomatica della Santa Sede e ci sono i pellegrinaggi, che sono molto importanti per la Terra Santa. Tutti questi pellegrinaggi, durante l’anno, sono una manifestazione eloquente della solidarietà”.

Un passaggio dell’intervista è ovviamente dedicato al sommovimento che in un anno ha stravolto o sta destabilizzando geografie e dinastie, la “primavera araba”:

R. – I hope it will help…
Spero che aiuti. Guardando la primavera araba, qual è stata la dinamica di quel movimento? Erano i giovani che chiedevano dignità, libertà, lavoro. Questi sono valori che naturalmente condividiamo: cristiani, musulmani e suppongo ogni essere umano nel mondo”. (ap/gf)

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