MEDIO ORIENTE – (19 Ottobre)

Il Pkk uccide 26 soldati turchi, raid di Ankara

Il Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan, sferra un attacco quasi senza precedenti, con morti e feriti tra i militari turchi. Ed il presidente turco, Abdullah Gul, rispondendo immediatamente con una serie di raid aerei in Iraq, promette “una vendetta enorme”.

Negli attacchi più sanguinosi  dell’ultimo ventennio in Turchia, terroristi curdi del Pkk hanno ucciso la scorsa notte almeno 26 uomini delle forze di sicurezza nel sud-est della paese al confine con l’Iraq causando anche una ventina di feriti, secondo un bilancio ancora provvisorio. Ankara ha reagito tornando a bombardare in territorio iracheno, dove sono stati inviati commando a caccia dei terroristi. I media turchi, citando varie fonti, hanno segnalato che “attacchi simultanei” sono stati portati per diverse ore a otto edifici di esercito e polizia nella montagnosa provincia di Hakkari.

Per inseguire gli aggressori che rientravano nelle loro basi, quasi mille uomini delle truppe speciali turche sono penetrati in due punti per almeno quattro chilometri in territorio iracheno, anche con l’ausilio di elicotteri. Sempre nel nord dell’Iraq, aerei del’aviazione turca hanno ripreso a bombardare postazioni del Pkk nella regione del monte Kandil dove si nasconde la base principale del movimento considerato terrorista non solo dalla Turchia ma anche da Ue e Usa nel nord dell’Iraq.

I bombardamenti avvengono a fasi alterne da agosto e alcuni erano stati segnalati già ieri. Il capo di Stato maggiore Necdet Ozel ed il resto dei vertici militari turchi si sono portati nell’area per coordinare le azioni. “La vendetta per questi attacchi sarà enorme”, ha promesso il presidente della repubblica, Abdullah Gul, sottolineando da Istanbul che “La Turchia combatterà con decisione contro il terrore e non sarà mai scossa dal terrore”.

Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha annullato una visita in Kazakhstan e ha convocato ad Ankara un vertice anti-terrorismo. Per trovare un episodio più grave bisogna risalire al massacro di Bingol del maggio 1993, quando vi fu l’uccisione di 33 soldati di leva disarmati durante un trasferimento. Divisi alla caduta dell’impero ottomano fra Turchia, Iraq, Iran e Siria, parte dei 12-15 milioni di curdi in territorio turco reclamano una maggiore autonomia da Ankara con una guerriglia indipendentista che, condotta dal Pkk, dal 1984 ha causato più di 45 mila vittime. Otto morti (cinque poliziotti e tre civili tra cui una bambina di due anni) vi erano stati solo ieri a causa di un attentato dinamitardo portando il bilancio degli ultimi due mesi ben oltre la soglia della 50 vittime.

La tensione è cresciuta in Turchia dopo che sono falliti colloqui semi-segreti tra Stato e Pkk nell’ambito di una “apertura” delle autorità centrali alle richieste autonomista dei curdi annunciata nel 2009 ma ormai in stallo. Oltre ai raid aerei che in agosto avevano causato oltre 100 morti fra i guerriglieri, Ankara sta preparando da settimane una nuova operazione di terra anti-Pkk in Iraq ma non l’ha ancora lanciata in attesa che fosse Baghdad a stanare i terroristi annidati soprattutto nella zona del monte Kandil.


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