L’arcivescovo: «Il conflitto non è religioso, ma politico ed economico»
Nel cortile della Bishops House di Jos, il vescovo è circondato da un nugolo di bambini festosi e urlanti: «His grace! His grace!» (eccellenza, eccellenza!), si divertono ad attirare la sua attenzione. Lui sorride e ammette: «Non posso dire che i cristiani di questa zona siano perseguitati.
Certo subiscono violenze e a volte, soprattutto i giovani, contrattaccano. La rabbia è comprensibile, anche la frustrazione. Ma la violenza e la vendetta no. Alla base, però, non è una questione religiosa. Continuo a ripeterlo, ma alcuni non vogliono sentire. È più facile insistere sullelemento religioso perché rappresenta un forte marchio identitario. Ma questo non fa che nascondere i veri problemi che ci sono dietro». E quali sono? «Politici ed economici, etnici e legati al possesso della terra. Gli uni intrecciati con gli altri. E Boko Haram è solo un elemento della crisi. Quando sono loro ad attaccare è chiaro. Ma il quadro generale è molto più complesso e non aiuta ridurlo in termini di lotta tra cristiani e musulmani».
Anche per questo che lo scorso febbraio ha inaugurato il Centro per la pace a Jos. «È un tentativo per affrontare insieme i diversi aspetti del conflitto. Non vogliamo occuparci solo di tematiche religiose o di dialogo islamo-cristiano. Lobiettivo è creare uno spazio per affrontare tutte le forme di conflitto economico, politico, sociale, giovanile coinvolgendo le diverse comunità religiose, ma anche espressioni della società civile locale e internazionale».
Nelle ultime settimane si è parlato molto di amnistia per i membri di Boko Haram. «Non sono contrario in assoluto risponde Kaigama ma credo che ci debbano essere delle pre-condizioni. Ad esempio, che la chiedano loro stessi, e non i leader musulmani del nord come è stato fatto; e che mostrino almeno un po di pentimento. Inoltre, penso che lamnistia debba essere bilanciata dalla giustizia per le vittime. Che cosa è stato fatto per loro? Chi le ha aiutate? Noi, come Chiesa, abbiamo cercato di fare quello che potevamo, ma la gente si aspettava molto di più dalle istituzioni.»
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