Nigeria: vescovi di Ibadan, “diminuite le azioni di Boko Haram, sfollati ritornano”
Congratulazioni all’esercito nigeriano per i successi nella lotta all’insurrezione islamista di Boko Haram viene espressa dai vescovi della provincia ecclesiastica dell’Ibadan, in Nigeria, in un comunicato diffuso oggi al termine della prima riunione plenaria dell’anno (18-19 gennaio) che si è svolta a Oke-Ado. Il documento, intitolato “Rammentate le promesse al Signore” evidenzia le preoccupazioni dei vescovi di Ibadan per le attuali emergenze che minacciano la pace e l’unità del Paese, dai terroristi di Boko Haram, alla corruzione diffusa, alla crisi economica. I vescovi apprezzano le misure prese dal governo del nuovo presidente Muhammadu Buhari contro “l’insurrezione e la corruzione”: “Gli omicidi insensati di Boko Haram sono diminuiti – scrivono – e molti sfollati sembra che stiano tornando nelle loro case”. “Ci congratuliamo con l’esercito nigeriano e con le forze sicurezza per l’impegno e il sacrificio – affermano -. Chiediamo al governo di mantenere alta la vigilanza nella zona di sicurezza per evitare il ritorno dei giorni peggiori dell’insurrezione in Nigeria. Allo stesso tempo invitiamo ad esercitare la massima attenzione per evitare che civili innocenti vengano puniti per crimini insurrezionali”. I vescovi esprimono inoltre soddisfazione per i buoni rapporti interreligiosi nell’Ibadan, incoraggiando tutti gli sforzi: “Questo impegno e il prudente sostegno dei nostri leader religiosi, politici e di tutte le persone di buona volontà consoliderà un lungo periodo di pacifica convivenza nel nostro Paese”. Anche sul fronte della corruzione i vescovi apprezzano le scelte politiche per contrastare il fenomeno, invitando però a non cedere alla tentazione del giustizialismo: “Tutti i diritti delle persone accusate di corruzione devono essere rispettati”. Sull’attuale congiuntura negativa dell’economia nigeriana – che deriva dal calo del prezzo del petrolio – i vescovi si dicono preoccupati delle sue ripercussioni sociali ed esortano il governo a politiche salariali che tengano conto degli effetti della crisi.
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