OMAN – ( 16 Novembre )

OMAN
Oman, in dicembre le prime elezioni municipali nella storia del Paese

La popolazione potrà eleggere i propri rappresentanti negli 11 consigli regionali. Essi avranno però solo potere consultivo e non legislativo. A tutt’oggi nel sultanato sono vietati i partiti politici e qualsiasi interferenza della popolazione negli affari di governo.

Muscat (AsiaNews/ Agenzie) – Le autorità del sultanato fissano per il 22 dicembre le prime elezioni municipali nella storia del Paese. In discussione da diversi mesi, la data è stata comunicata ieri dal ministero degli Interni.

Khaled al-Busaidi, sottosegretario, spiega che il governo ha già dato il via ” ai preparativi per le votazioni nelle 11 provincie del sultanato e lanciato una campagna di informazione fra la popolazione”. A tutt’oggi in Oman esiste un solo consiglio comunale nella capitale composto da membri nominati dall’establishment del sultano. I consigli elettivi non avranno poteri esecutivi, ma solo consultivi.

Ritenuto uno dei Paesi più stabili del Golfo Persico, l’Oman è un sultanato in cui sono vietati i partiti politici e qualsiasi forma di partecipazione della popolazione alle decisioni del governo. L’unico organo elettivo è il Consiglio della shura fondato nel 1991. Tuttavia i suoi membri possono solo “consigliare” il sultano su problematiche di politica interna ed estera, ma non hanno alcun potere in materia di leggi.

Come altri Paesi del Medio Oriente, anche il sultanato è stato investito nel 2011 dalla proteste pro-democrazia legate alla Primavera araba. Su esempio dell’Arabia Saudita e del Bahrain, il governo ha utilizzato il pugno di ferro per reprimere le dimostrazioni. In marzo nella città settentrionale di Sohar, due manifestanti sono morti in scontri con la polizia.

Con una popolazione di circa 3 milioni di abitanti, l’Oman è uno degli Stati più ricchi del Golfo Persico. La sua economia è basata al 99% sulla produzione e l’esportazione del petrolio, settore che impiega gran parte degli abitanti. L’agricoltura copre meno dell’1% del Prodotto interno lordo nazionale. La Carta fondamentale dello Stato del 1996 sancisce che l’islam è la religione di Stato, ma consente la libertà di culto. A tutt’oggi nel Paese vivono circa 116mila cristiani e 145mila indù. Essi sono tutti lavoratori migranti provenienti in gran parte dall’Asia del sud e dal sud est asiatico.   

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